I consigli dell’assassino di Luca Sacchi ai fratelli Bianchi, la strana amicizia nata nella palestra del carcere di Rebibbia. Il legame tra Gabriele con Valerio Del Grosso e la scelta di cambiare avvocati.
Tra killer ci si dà una mano. La scelta dei fratelli Bianchi, in particolare di Gabriele, di cambiare legali ha un’origine particolare. Un nome e un cognome. Quello di Valerio Del Grosso.
Un’amicizia strana, nata tra i pesi della palestra del carcere di Rebibbia, a Roma. Dove Gabriele sta scontando, assieme al fratello Marco, la pena dell’ergastolo per aver massacrato di botte e ucciso il ventunenne Willy Monteiro Duarte per essere intervenuto a difesa di un amico, il 6 settembre del 2020 a Colleferro. Del Grosso, invece, trascorrerà lì i prossimi 27 anni per aver sparato in faccia al ventiquattrenne Luca Sacchi. Un delitto brutale, quest’ultimo, avvenuto a Roma: questioni di droga trasformate in rapina, sfociata a sua volta nell’omicidio di un ragazzo perbene, che e nulla aveva a che fare con la criminalità.
Ora i fratelli Bianchi hanno deciso di farsi difendere, tra gli altri, dall’avvocato Valerio Spigarelli, il legale che ha seguito, con il penalista Alessandro Marcucci, proprio Del Grosso nel procedimento che lo vede imputato con l’accusa di omicidio. Accusa che avrebbe potuto comportare l’ergastolo, e che invece l’avvocato Spigarelli ha abilmente trasformato in una condanna a 27 anni di reclusione.
Del Grosso e Bianchi non sono criminali della stessa specie. Il primo è pasticcere, finisce in giri poco raccomandabili quasi per caso. Avido di denaro, ama i viaggi e ha deciso di inventarsi pusher quando viene a sapere che un amico di Luca Sacchi sta cercando 70mila euro di ‘erba’.
Ma perde la testa e rimedia una pistola dal grossista Marcello De Propris. Arma con cui tenta di rubare lo zaino pieno di soldi custodito dalla fidanzata della vittima: Anastasiya Kylemnyk. Qualcosa però va storto e la sera del 23 ottobre 2019, a pochi passi dal pub John Cabot di via Tommaso Mommsen, a Roma, uccide Luca Sacchi, intervenuto per difendere la sua ragazza.
Di tutt’altra pasta, invece Gabriele Bianchi. Lui non è un criminale improvvisato. Tra i Castelli Romani e le province di Latina e Frosinone lo conoscono tutti. Picchiatore ma non solo, insieme al fratello ha seminato il terrore nell’hinterland romano, tra pestaggi e spaccio di stupefacenti. Ora però Del Grosso e Bianchi sono amici, provenienti da mondi totalmente diversi, sono accomunati oggi da un processo per omicidio.
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