Una neonata è stata ritrovata in una scatola di cartone appoggiata sul cofano di un’auto parcheggiata. A ritrovarla un’ostetrica.
La piccola era avvolta in una copertina a fiori davanti al pronto soccorso pediatrico del San Gerardo di Monza.
I vagiti della neonata hanno attirato l’attenzione di una donna, un’ostetrica, che stava per iniziare il suo turno in ospedale. Non erano ancora le 5:30 del mattino quando una dottoressa della Fondazione Per la Mamma ed il Bambino di Monza, che stava per prendere servizio, ha sentito i vagiti e si è accorta di quella scatola sul cofano di una automobile in sosta proprio dove passa ogni giorno per andare al lavoro.
:a donna ha telefonato al 112 e al suo reparto. Sul posto si è precipitata una volante della polizia, oltre ad alcuni medici del nosocomio.
Neonata ritrovata a Monza, la commozione di agenti e medici. Già arrivate decine di richieste di adozione
Della madre biologica, al momento, nessuna traccia, nonostante siano subito scattate le ricerche. La neonata è stata subito visitata, perché fosse certo che i suoi parametri vitali fossero nella norma, poi sono partite le indagini.
“Da padre ho provato una grande emozione e, con i miei colleghi, ho gioito perché la bimba stava bene“, racconta all’ANSA uno degli agenti della Questura di Monza e Brianza intervenuti nel parcheggio. “Quando siamo arrivati – aggiunge – abbiamo raccolto la testimonianza commossa della professionista che l’ha trovata e soccorsa e abbiamo avviato le indagini per identificare la madre“.
“Abbiamo preso contatti con il medico di turno – aggiunge un altro agente -, perché preoccupati per la salute della neonata, ma per fortuna era tutto a posto“. La bimba, dai tratti somatici di origine ispanica, è risultata in ottimo stato di salute. A quel punto gli agenti, che si sono “sentiti rassicurati“, hanno iniziato a raccogliere indizi sulla madre biologica. Indicazioni utili per l’identificazione della donna potrebbero arrivare dalle immagini delle telecamere di sicurezza della zona e dal racconto di eventuali testimoni.
L’intenzione è quella di rintracciarla anche per capire il perché del suo comportamento e se abbia bisogno di aiuto. La donna rischia fino a cinque anni di carcere per abbandono di minore anche se, lasciandola davanti all’ingresso di un pronto soccorso pediatrico, si è assicurata che la figlia – il cordone ombelicale medicato e il pannolino addosso – ricevesse le cure idonee.
Sono già diverse le telefonate arrivate in ospedale, in contatto con il Tribunale dei Minori, da famiglie che si dicono pronte ad adottare la neonata. E chissà che possa abbracciare presto una mamma, che sia o meno quella che l’ha messa al mondo.