Papa Francesco ricorda Darya Dugina, le dichiarazioni del Pontefice fanno infuriare Kiev che convoca il nunzio apostolico. Il Ministro degli Esteri ucraino: “Siamo delusi”.
“Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile della macchina a Mosca“. Queste le parole commosse di Papa Francesco in merito alla morte di Darya Dugina, la figlia dell’ideologo putiniano Aleksandr Dugin uccisa da un’autobomba in un attentato nella notte tra sabato e domenica scorse a Mosca.
“Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti! – ha proseguito Bergoglio – pensiamo a questa realtà e diciamoci l’un l’altro che la guerra è una pazzia. E coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi, sono dei delinquenti che ammazzano l’umanità“.
Le dichiarazioni di Papa Francesco si discostano parecchio dalla presa di posizione più o meno unanime delle Autorità occidentali. Fuori dal coro, il Pontefice ha mandato su tutte le furie la controparte ucraina che ha fatto sapere di non aver gradito le esternazioni sulla morte della figlia di Dugin. Così Kiev ha convocato il Nunzio Apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, come confermato dal Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Abbiamo studiato attentamente la citazione completa di Papa Francesco e abbiamo deciso di convocare il Nunzio Apostolico per esprimere il nostro disappunto”, ha spiegato Kuleba precisando che “il cuore ucraino è lacerato dalle parole di Papa Francesco“.
Papa Francesco ha più volte manifestato la volontà di recarsi in visita in Ucraina, ma ad oggi non è ancora stata fissata una data. E dopo le recenti dichiarazioni di Bergoglio i rapporti tra la Santa Sede e Kiev appaiono ancora più tesi.
“Il discorso del Papa è stato deludente e mi ha fatto pensare a molte cose. Non si può parlare nelle stesse categorie di aggressore e vittima, stupratore e stuprato”, ha dichiarato l’Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash. “Come è possibile citare uno degli ideologi dell‘imperialismo russo come vittima innocente? E’ stata uccisa dai russi come vittima sacra e ora è in campo come scudo di guerra”, ha sottolineato il diplomatico.
Insomma, mentre l’Occidente considera l’uccisione della giovane giornalista russa perfettamente in linea con le logiche che da oltre sei mesi alimentano il massacro di civili innocenti, Bergoglio dimostra chiaramente di non pensarla allo stesso modo. E questa cosa a Kiev non piace.
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