Si fa strada un dubbio che porta molti a pensare a una nuova ipotesi, seppur remota, sulla morte di Liliana Resinovich. Il cadavere potrebbe essere stato congelato. Si infittisce il mistero sulle tre settimane prima del ritrovamento
Pochi giorni fa la perizia della Procura di Trieste sulla morte di Liliana Resinovich dichiarava: la donna è morta per suicidio. La causa del decesso è l’asfissia.
Spunta però una nuova, anche se molto remota, ipotesi che si insinua tra le menti di molte persone che hanno seguito il caso: ovvero che il cadavere di Lilly possa essere stato congelato. Il giallo su cosa la 64enne triestina ha fatto nelle tre settimane prima della sua morte diventa sempre più un mistero.
Liliana Resinovich, spunta una nuova ipotesi sul cadavere | “Potrebbe essere stato congelato”
Nella perizia lunga cinquanta pagine la certezza della procura triestina sulle cause del decesso di Liliana Resinovich: morta per soffocamento. La donna ha agito da sola togliendosi la vita.
Ma c’è anche un dubbio che ogni giorno che passa pesa sempre di più: Cosa ha fatto Lilly nelle tre settimane precedenti il ritrovamento del cadavere?
Il corpo è stato rinvenuto nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico cittadino, poco distante dall’abitazione della donna, nel pomeriggio del 5 gennaio scorso. Per tale motivo, nella perizia della Procura sul decesso di Liliana Resinovich si fa largo un’ipotesi, seppur molto remota: “Il cadavere di Lilly potrebbe essere stato congelato e nascosto da qualche parte prima di essere abbandonato”.
Su i dettagli analizzati dalla scientifica relativi al ritrovamento del corpo è chiaro che la donna scomparsa da casa il 14 dicembre, così come riporta il Corriere della sera, sarebbe morta 48 ore prima del rinvenimento del cadavere. Senza ombra di dubbio la conclusione dell’autopsia che chiarisce la mancanza assoluta di segni di putrefazione sul corpo. Dunque, l’ipotesi della Procura rimane il suicidio e l’inchiesta andrebbe diretta in un’unica direzione, l’archiviazione del caso.
Gli interrogativi da non sottovalutare e quel corpo troppo curato
Restano però interrogativi da non sottovalutare. In modo particolare inerenti alle tre settimane prima del ritrovamento del cadavere: cos’ha fatto la donna dopo la scomparsa? Dove ha dormito?
Dalle analisi scientifiche non risulta nessuna traccia di alcol né la presenza di Losartan e di amiodarone, i due farmaci che Liliana assumeva quotidianamente contro l’ipertensione e la tachicardia. Inoltre, il corpo era depilato nella zona ascellare, nel pube e nelle gambe. Insomma fin troppo curato e da poco, poiché non sono state trovate tracce di una normale crescita pilifera. Ed è strano per una donna che “vaga” da sola nei boschi per quasi tre settimane. Ma gli inquirenti confermano: nessuno ha visto Lilly in giro per Trieste. Questo ha portato gli specialisti ad avanzare la nuova ipotesi legata al congelamento del cadavere. Se così fosse, Liliana Resinovich non sarebbe dunque morta per suicidio, bensì per omicidio e occultamento di cadavere.
L’ipotesi, ovviamente, non è ancora accertata e i due periti chiariscono che in merito al congelamento post mortem del corpo “non vi sono, allo stato, elementi specifici per dimostrarlo”. Infine, i due specialisti indicando anche una serie di problemi che avrebbe incontrato l’ipotetico assassino in questo caso. Tra tutte le dimensioni del congelatore (troppo grande) e l’enorme complessità nel decongelare il corpo, trasferendolo nel bosco e in tempi ristretti.
Non c’erano inoltre segni di violenza, né autopsia né Tac hanno individuato altre possibili cause del decesso oltre al soffocamento. Ma in tutto ciò, rimane comunque il dubbio: Cosa ha fatto Liliana in quelle settimane?