Sono trascorsi quasi 25 anni da quella notte del 31 agosto 1997 in cui Lady Diana morì nel tunnel dell’Alma a Parigi, ma il mistero è ancora fitto. L’unica certezza è che lei già lo sapeva e lo aveva anche raccontato senza essere creduta.
La morte della principessa Diana è ancora avvolta in un fitto mistero. Ora una nuova trasmissione ha “riaperto il caso” e si viene a scoprire che Diana sapeva di poter morire.
Nella serie si racconta fra l’altro un inquietante episodio che risale all’ottobre 1995. Lady D chiese un incontro privato con il suo consulente legale, Victor Mishcon, per raccontargli “qualcosa che aveva in mente“. Durante la conversazione, mentre Mishton prendeva appunti, Diana disse che “fonti affidabili” le avevano rivelato che qualcuno voleva inscenare un incidente d’auto in cui “o sarebbe morta, o sarebbe rimasta gravemente ferita”.
Dopo la morte di Diana il consulente legale consegnò i suoi appunti, noti come “carte Mishcon“, all’allora commissario della polizia metropolitana di Londra, Sir Paul Condon, che li chiuse in cassaforte. Quegli appunti furono tirati fuori dalla cassaforte, e resi noti al mondo, solo quando Sir Paul Condon andò in pensione e fu sostituito da John Stevens: “Ho visto Lord Mishcon circa un mese prima della sua morte, verso la primavera del 2005“, ha raccontato Stevens The Daily Best.
Lord Mishcon non le aveva mai creduto: “Era convinto che Diana fosse paranoica e non aveva mai dato importanza al contenuto di quegli appunti”.
Anche perché all’epoca la principessa era convinta che qualcuno volesse ucciderla ma il mandante dell’omicidio, nelle sue profezie, non era sempre lo stesso. Da Carlo al governo britannico passando per i servizi segreti, erano tanti quelli che Diana annoverava tra i suoi nemici giurati.
Tuttavia l’incidente d’auto torna più volte nelle sue premonizioni. C’è una lettera, scritta dalla stessa principessa nell’ottobre 1996, che riecheggia i contenuti delle “carte Mishcon“. Quella volta, però, lady D era convinta che il mandante del suo omicidio sarebbe stato Carlo. “Sono seduta qui alla mia scrivania oggi, desiderando che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi a rimanere forte e a tenere la testa alta. Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa. Mio marito sta pianificando un guasto ai freni nella mia automobile per causarmi un gravissimo trauma cranico“, scriveva la principessa ai tempi in cui era convinta che il figlio della regina volesse disfarsi di lei, per sposare non Camilla Parker Bowles, come poi è successo, ma Tiggy Legge-Bourke, la baby sitter di William e Harry.
Diana firmò la lettera, la mise in una busta e la sigillò prima di consegnarla al suo maggiordomo e confidente, Paul Burrell. “Voglio che tu la tenga per ogni evenienza“, gli disse. Dieci mesi dopo, il tragico schianto a Parigi che le rubò la vita a soli 36 anni.
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