Mancano un mese e tre giorni al voto del 25 settembre e tutti i partiti hanno chiuso le liste elettorali. Ma di programmi non si è sentito ancora parlare. Si cercano ancora alleanze in extremis, come annunciato ieri pomeriggio dal Giuseppe Conte prima di smentire tutto a telecamere spente. E intanto Giorgia Meloni continua la sua cavalcata quasi in solitaria per cercare lo scranno del Presidente del consiglio. Qual è la situazione a questo punto della campagna? A Free.it Carlo Galli, politologo dell’Università di Bologna.
Chiuse le liste elettorali, dopo molte difficoltà tra uninominale e proporzionale, ora i partiti entrano nel vivo della campagna elettorale. Mancano trentatré giorni al voto e di fatto si sono sentito solo slogan, ma nulla di più concreto. I leader sanno che è tutto nelle mani degli indecisi e tutto, finora, si è giocato su un terreno di scontro e denigrazione reciproca. Ma cosa faranno una volta al governo? I cittadini se lo chiedono… A Free.it Carlo Galli, politologo dell’Università di Bologna.
Le liste sono ormai chiuse. Qual è il suo giudizio della campagna elettorale finora?
“I partiti hanno pensato prima a sé stessi. Adesso speriamo che comincino a pensare anche ai cittadini presentando qualche progetto, idea. Insomma, qualcosa. Altrimenti i cittadini continueranno ad avere l’impressione che i partiti siano, in realtà, solo autoreferenziali.”
Non si è ancora parlato affatto di programmi, è normale?
“Ci sono stati alcuni slogan e poi effettivamente sono stati presentati alcuni punti di programma che però credo solo gli specialisti abbiano letto per dovere d’ufficio. E anche con molto scetticismo sulla loro realizzabilità. Ma la campagna elettorale vera e propria, non si è vista ancora. Quella fatta di tentativi di comunicare ai cittadini cosa si vuole fare, perché, come, in quali tempi, in quali modi e insieme a chi. Ecco, questo non è ancora avvenuto.
Grosso modo si può dire che abbiamo una destra che ha idee chiare sul presidenzialismo, flat tax, autonomie regionali differenziate e anche rafforzamento della lotta all’immigrazione clandestina. E una sinistra che, a sentire il leader del partito più importante cioè Letta, ha come punto di riferimento diritti, lavoro e ambiente. E poi c’è un programma più articolato che però non è comunicato ai cittadini”.
Secondo lei, a fronte di questi programmi, la gente potrà cambiare opinione e influenzare il voto?
“In realtà, più che sui programmi il grosso della campagna elettorale viene giocato sul livello emotivo simbolico. Per cui da un lato c’è la difesa della costituzione repubblicana contro il pericolo neofascista e dall’altro la lotta contro una gestione della cosa pubblica ormai da dieci anni fallimentare. Da entrambe le parti c’è molta paura e molta voglia di rivincita. I due schieramenti sono tentati anche dai toni estremistici. Per tentate di portare alle urne quei cittadini che esasperati per un motivo o per l’altro non hanno voglia di votare.
Questo è ciò che muoverà di più i numeri: questo elemento simbolico polemico. Non tanto i programmi quanto la voglia di confliggere e di esprimere paure di vario tipo, insicurezze prospettive negative del futuro. Quanto poi alla capacità dei partiti di cambiare quello che al momento sembra una partita vinta dalla destra francamente è difficile dirlo adesso”.
In queste ore il terzo polo ha avanzato la proposta di una maggioranza Ursula. Di cosa si tratta?
“Fra le novità di queste ore c’è la proposta del terzo polo di Renzi e Calenda di passare dopo le elezioni a una maggioranza Ursula. Dal punto di vista costituzionale è possibile, perché i cittadini non eleggono il governo. Per cui i partiti, anche se si presentano in coalizione, possono romperla il giorno dopo le elezioni.
Per fare una maggioranza Ursula ci vuole il Pd che torna a dialogare con il M5S, come Conte ha ieri ipotizzato. E che dialoga con il terzo polo. E poi ci vuole anche la distruzione della coalizione di centrodestra quanto meno portando al governo Berlusconi. Tutto ciò ovviamente se i numeri lo permetteranno”.
E’ possibile che si realizzi questa ipotesi?
“Questa è una prospettiva teorica possibile ed è interessante può essere l’unica alternativa ad accettare la vittoria del centro destra. Naturalmente perché questa prospettiva Ursula si realizzi sono necessari i numeri, come dicevo, e poi anche delle grossissime svolte politiche. Cioè è necessario la distruzione dell’attuale tendenza quasi bipolare. In linea teorica è possibile, in linea pratica ho qualche dubbio”.
Dobbiamo aspettare cosa succede il 25?
“Sì, a meno che non accadano cose molto gravi e strane prima. Naturalmente ci si può sempre aspettare di tutto. Ma insomma, se le cose andassero avanti così, non si otterrebbe molto. Si va avanti con la delegittimazione reciproca tra due schieramenti principali che vogliono farsi la guerra. Per ora non possiamo fare almeno di aspettare a vedere cosa succede nelle urne”.
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