Un Alex Britti a 360°. Dagli inizi come chitarrista alla passione per la Roma, passando per i complimenti di B.B. King. Fino al grande amore della sua vita: suo figlio Edoardo. Il cantautore romano si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera.
L’enfant prodige della chitarra fa uno strappo alla regola e parla della sua vita privata: single da un pezzo, “papà single” ci tiene a precisare. E sulla madre di suo figlio: “Mai messo la fede. Ci siamo lasciati quando Edo aveva due anni, ora ne ha cinque”.
Da sempre molto riservato per quanto riguarda la vita privata, apre uno squarcio sulla sfera personale: “Edoardo è un bimbo sereno, vive metà mese con me e l’altra metà con la mamma”. Quando sono insieme fanno di tutto: “Lo lavo, lo vesto, ci chiacchiero, lo porto a scuola, gli ho pure insegnato a nuotare. Giochiamo: pallone, racchettoni, le lotte con i Pokémon, andiamo a cercare i ragni in giardino”, racconta. E se un giorno volesse seguire le orme del papà? A due o tre anni gli chiedeva sempre la chitarra, ma ora non più: “Però canta bene, è intonato e conosce tutte le sigle dei cartoni animati. Se da grande volesse suonare, core de papà, per me sarebbe una gioia“, ammette.
Una volta, racconta ancora Britti, mentre stava per salire sul palco del Pavarotti & Friends con Joe Cocker incontra B.B. King che aveva appena finito di suonare. Cocker lo saluta e gli dice: “Blues Boy ti presento Alex”. Lui mi guarda e dice: “Io ti conosco, hai aperto il mio concerto. Ti ho sentito suonare sei bravissimo, fortissimo“. “Quella che io pensavo fosse una bugia era la pura verità. Non ho ancora capito come sono riuscito a salire sul palco quella sera. In un attimo sono cresciuto di dieci centimetri”, ammette il cantautore.
Oltre alla musica coltiva un’altra grande passione, quella per la ‘sua’ Roma. Tifoso ‘praticante’, viene inquadrato spesso sugli spalti dell’Olimpico. E si sa, che per il tifoso romanista Francesco Totti rappresenta qualcosa di speciale : “E’ stato un calciatore importante, ma rimango pragmatico e poco romantico“, spiega Britti. “Lo stimo come atleta e come uomo. Me lo ricordo giovane, abitava vicino a casa mia. Ci incontravamo al supermercato. E’ una persona eccezionale, carina, gentile, educatissima, umile nonostante quello che è diventato. I miti però appartengono ai sogni che si fanno da ragazzini. E per quelli della mia generazione l’idolo era Falcao. Mi dispiace, non volermene France’, te vojo bene”, conclude.
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