Marcell Jacobs, il retroscena che sconvolge | Gli inglesi non si smentiscono mai: cosa è successo

Marcell Jacobs parla dopo la vittoria agli Europei sui 100 metri e svela la provocazione degli inglesi poco prima della finale di Monaco: “Vi spiego cosa facevano lontano dalle telecamere”.

Marcell Jacobs è tornato. Quarantaquattro passi e mezzo in fila per vincere un altro oro e dimostrare che quando non si mettono di mezzo gli infortuni nei 100 metri comanda ancora lui.

Marcell Jacobs
Marcell Jacobs, il retroscena che sconvolge | Gli inglesi non si smentiscono mai: cosa è successo

Un titolo europeo strameritato, arrivato dopo mesi tribolati a causa dei continui acciacchi fisici che avevano messo a repentaglio la sua partecipazione ai Mondiali e rischiavano di tenerlo fuori anche dalla rassegna continentale. L’azzurro è tornato a volare vincendo i 100 metri agli Europei di Monaco, dopo la delusione dei Mondiali di Eugene da cui si era ritirato, in semifinale, per un problema muscolare.

Precedenti illustri, l’ultimo italiano a vincere l’oro nella velocità era stato Pietro Mennea, 44 anni fa. “Non si possono fare raffronti, ognuno ha il suo stile e la sua personalità. Sono contento di venire dopo Mennea. Il miglior modo di contare è quello di lasciare una scia, di stimolare chi viene dopo di te, ha spiegato Jacobs in un’intervista a Repubblica.

Marcell Jacobs, svelato il retroscena prima della finale. Inglesi poco ‘british’: “Cosa è successo a telecamere spente”

Ecco quello voleva fare da bambino: essere uno da cui si poteva trarre ispirazione. “Io stesso ho delle figure di riferimento: LeBron James, nel basket, uno che viene dal nulla, Lewis Hamilton che ha rivoluzionato la Formula Uno, e Usain Bolt che ha cambiato l’atletica”, ha rivelato il velocista azzurro.

Marcell Jacobs
Marcell Jacobs, svelato il retroscena prima della finale. Inglesi poco ‘british’: “Cosa è successo a telecamere spente”

Il campione olimpico ha parlato di “un’atmosfera pesante nella call room”, prima della chiamata ai blocchi di partenza. Con gli atleti inglesi (in finale erano tre) impegnati a infastidirlo con sterili provocazioni.

“Prima della gara, gli inglesi hanno cercato di darmi qualche spallatina, così per intimorirmi. Però alla fine si sono complimentati, Hughes si è avvicinato e mi ha detto: ‘ho molto rispetto per te’. Non ho mai avuto problemi di credibilità con gli altri sprinter”, ha raccontato Jacobs. Perché, ha aggiunto l’azzurro, “a dubitare di me l’anno scorso è stata la stampa inglese, non gli atleti”.

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