A poco più di 48 ore dall’aggressione a colpi di coltello a Jamestown, sud ovest dello stato di New York, il nuovo aggiornamento sulle condizioni dello scrittore Salman Rushdie, che fanno ben sperare.
“Le ferite sono gravi ma le sue condizioni sono avviate sulla strada giusta”. L’autore non è più attaccato al respiratore e sarebbe di nuovo in grado di parlare.
Sul nuovo quadro clinico una conferma importante è arrivata dal suo agente, lo stesso che ieri aveva drammaticamente informato sui danni gravi riportati da Rushdie, anche i nervi di un braccio recisi e soprattutto il rischio concreto che possa perdere un occhio. In una notte però è cambiato molto. Anche la famiglia dell’autore si è detta sollevata, il figlio Zafar Rushdie, ha aggiunto: “Mio padre non ha perso il senso dell’umorismo esuberante e provocatorio malgrado la gravità delle sue ferite” spiega. Cautela dei medici americani. Il saggista angloindiano, 75enne è stato accoltellato durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York. Per gli investigatori americani il fatto che Rushdie possa parlare potrebbe rappresentare un dettaglio non di poco conto, lo scrittore potrebbe anche raccontare qualcosa dell’accaduto nelle prossime ore.
Già molto della dinamica dell’aggressione è nei filmati che l’Fbi ha acquisito e sta analizzando attentamente. Indagini serrate sulle quali c’è riserbo ma oggi qualcosa di più sulla ferocia dell’attentatore è emerso. Hadi Matar, 24enne nato in California, origini libanesi con simpatie per il regime iraniano è indagato per tentato omicidio e aggressione. Matar davanti a un tribunale newyorkese si e’ dichiarato non colpevole. La Cnn riferisce della violenza e la tempestività con la quale l’uomo ha aggredito lo scrittore che sarebbe stato accoltellato tre volte sul lato destro della parte anteriore del collo, quattro volte allo stomaco, una all’occhio destro, una volta al petto e una ha una lacerazione sulla coscia destra, dettagli che avrebbe fornito il procuratore distrettuale Jason Schmidt.
Un accanimento inaudito nonostante l’intervento degli uomini della sicurezza nel fermare l’aggressore. E anche per questo motivo il procuratore federale ha detto di come a suo dire l’attacco a Salman Rushdie è stato mirato, non provocato e premeditato. Di certo non c’è ancora nulla ma stando alle supposizioni Matar avrebbe cercato di eseguire la Fatwa, la sentenza di morte emessa a metà febbraio del 1989 dall’allora ayatollah Khomeini e che le autorità iraniane non hanno mai annullato così come la taglia di tre milioni di dollari sulla testa dello scrittore colpevole dell’opera “I versi Satanici” giudicati un insulto all’Islam e al profeta Maometto. Il clima resta tesissimo, per aver espresso solidarietà a Rushdie la scrittrice Rowling, autrice della saga di Harry Potter ha ricevuto un messaggio pubblico agghiacciante “Non preoccuparti la prossima sei tu”. Il profilo dell’uomo dal quale è partita la minaccia al momento non esiste più, non è chiaro se sia stato cancellato. Per questa minaccia per la quale la Rowling ha chiesto apertamente a Twitter spiegazioni sulle regole anti violenza del social network.
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