Vittorio Sgarbi non ha di certo preso bene la multa ricevuta in Svizzera: la risposta del critico d’arte è a dir poco adirata. Le dichiarazioni infiammano.
Una nuova avventura sui social network ha come protagonista Vittorio Sgarbi e il ministro del Canton Ticino Norman Gobbi. Il critico d’arte si è scagliato nuovamente contro l’esponente politico svizzero, grande simpatizzante della Lega. La sfida social arriva in piena campagna elettorale in Italia, ma le critiche vanno oltre.
Sgarbi non ha infatti preso bene il commento di Gobbi che lo ha accusato di aver viaggiato sull’autostrada da Lugano al valico di Chiasso-Brogeda, sorpassando le auto con i lampeggianti blu accesi. L’episodio sarebbe avvenuto durante la giornata di sabato 6 agosto 2022.
Vittorio Sgarbi risponde a Norman Gobbi sulla vicenda della multa in Svizzera, la critica è forte
Sgarbi fa alcune precisazioni e passa direttamente alle risposte stizzite per quanto dichiarato da Gobbi. “Qui in Svizzera i deputati non hanno l’auto blu e i lampeggianti vengono impiegati solo dai mezzi di pronto intervento. In Svizzera non avete la mafia“, commenta sarcasticamente.
Un video girato sui social sotto un albero ha come protagonista Vittorio Sgarbi che ha spiegato di aver un agente di scorta (pagato personalmente ndr) dopo le minacce ricevute negli anni precedentI. “Bastava mi diceste di non usare i lampeggianti e mi sarei uniformato. Qui c’è l’arroganza della Polizia Cantonale. Domenico Valerio, il mio agente, ha fatto il suo dovere“.
Sgarbi non ci sta, l’attacco continua
La provocazione di Sgarbi si spinge oltre e arriva direttamente a Marco Biagi. “A cui è stata tolta la scorta ed è stato ucciso“, ricorda il critico d’arte. La differenza è però evidente visto che Biagi morì per mano delle Brigate Rosse mentre era in bici. Sgarbi ha invece viaggiato in una vettura ed era di ritorno da una semplice kermesse culturale come il Film Festival di Locarno.
Lo stesso critico d’arte ha risposto a Norman Gobbi dopo la segnalazione della sua automobile giunta direttamente alla polizia elvetica da vari cittadini presente in autostrada, nonché i successivi controlli nella sede locale delle forze dell’ordine. Nel pieno della campagna elettorale spunta anche un altro messaggio contro Gobbi. “Caro signor Gobbi, quando verrà in Svizzera il suo amico Matteo Salvini, qualcuno dovà pur proteggerlo. È vero che la mafia in Svizzera non esiste“, ha concluso nel video social.