Bonolis, colpo basso all’Inter: il “tradimento” è ufficiale | Tifosi infuriati

Bonolis, celebre appassionato di calcio, ha sempre sostenuto l’Inter: la passione nerazzurra ha scandito la sua carriera, poi il tradimento.

Paolo Bonolis e l’Inter, un legame apparentemente imprescindibile che ha accompagnato la carriera televisiva e non solo. Una vita tra dovere, studio e stadio: sempre al fianco dei suoi beniamini, al punto da diventare lo speaker ufficiale in uno degli ultimi Scudetti. Quando c’era da presentare la squadra, non ci ha pensato due volte: a disposizione. Prima fila a San Siro, o anche a Madrid nell’anno del Triplete con la Champions in mano, poi la Coppa Italia a firma Inzaghi, il ritorno di Lukaku e uno Scudetto (l’ennesimo) con Conte prima dell’addio. Una storia ricca – quella di Bonolis con i nerazzurri – al punto che nessuno pensava potesse finire così.

Paolo Bonolis
Paolo Bonolis “tradisce” l’Inter (ANSA)

Scomodare la parola fine non è semplice per qualcosa che in realtà sta cominciando: la verità è che Bonolis, dopo una vita di fedeltà ai colori nerazzurri, decide di voltare pagina. Lo fa nel modo più netto possibile. Senza appello, lasciando i tifosi spiazzati: difficilmente lo vedremo a San Siro come un tempo. Questo a causa di alcune decisioni per il bene della famiglia: c’è lo zampino del figlio Davide.

Bonolis cambia squadra: smacco all’Inter

Il ragazzo ha sempre giocato ha calcio, cresciuto nei settori giovanili di Sampdoria e Roma, alla costante ricerca dell’occasione della vita: il “treno” tanto atteso è passato. Solo che porta a Trieste, anziché a Milano. Il giovane Bonolis, infatti, è stato acquistato dalla Triestina: un sodalizio atteso che, in qualche maniera, accompagnerà anche papà Paolo. Il conduttore, nei giorni scorsi, è stato visto a Trieste.

Bonolis Inter
Il conduttore costretto a cambiare fede (ANSA)

Facile immaginare il motivo: voleva rendersi conto che tipo di ambiente e società avrebbe trovato il figlio. Il 18enne partirà dalla Primavera, poi si vedrà. Sicuramente quello con il club alabardardato è un legame destinato a durare. Quello con l’Inter c’è ancora, anche se leggermente ridimensionato: al cuore non si comanda. Figuriamoci a quello dei figli.

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