Si avvicina il classico appuntamento con le stelle cadenti di San Lorenzo. Uno spettacolo che da sempre illumina il cielo di agosto. Quest’anno, però, l’evento sarà rovinato da un altro fenomeno celeste.
Il picco delle stelle cadenti, note a tutti come le lacrime di San Lorenzo, è previsto tra l’11 e il 13 agosto.
La pioggia di meteore delle Perseidi torna puntale come sempre a impreziosire il cielo notturno di questi giorni. Si tratta di un fenomeno dovuto ai grani di polvere lasciate dalla cometa Swift-Tuttle che bruciano nell’impatto con l’atmosfera terrestre producendo spettacolari scie di luce nel cielo.
Il fenomeno viene collegato al martirio di San Lorenzo, arso su una graticola e la cui ricorrenza cade proprio nei giorni in cui sono facilmente visibili le Perseidi che devono il loro nome dalla regione di cielo dalla quale sembrano apparentemente avere origine.
Lacrime di San Lorenzo, la luna piena rovinerà la “pioggia di stelle”
Una spettacolare pioggia di “stelle” che dura diversi giorni ma che quest’anno sarà rovinata da un altro fenomeno celeste.
La Luna piena, infatti, illuminerà il cielo rendendo meno scuro e quindi meno visibile la scia delle stelle cadenti. Il consiglio degli esperti per osservarle al meglio è anticipare la visione di qualche giorno, ad esempio tra l’8 e il 9, oppure aspettare la parte finale della notte. Il picco quest’anno sarà, comunque, concentrato tra l’11 e 13 agosto durante i quali sarà possibile vedere teoricamente fino a 100 meteore l’ora.
“Dopo un 2021 a dir poco memorabile, per il 2022 le condizioni osservative delle Perseidi saranno decisamente meno favorevoli”, ha commentato Gianluca Masi, Responsabile scientifico del Virtual Telescope. “La Luna, infatti, sarà piena all’alba del 12 agosto, proprio in corrispondenza del massimo, dunque guastando la festa“. Tuttavia, per aggirare il problema può essere allora indicato giocare d’anticipo puntando ad esempio nulle notti del 9 o del 10 agosto oppure attendere il tramonto della Luna, nelle ultime ore della notte.
“In quelle date – ha detto Masi – una volta tramontata la Luna, la parte finale della notte, fino all’alba, offrirà per almeno un’ora le condizioni di visibilità migliori, anche per ragioni astronomiche“. A causa della rotazione terrestre, infatti, ci troviamo sulla parte del pianeta che sta avanzando lunga l’orbita proprio in direzione delle polveri cometarie: “dunque è come se si vedesse dal “parabrezza”, anziché dal “lunotto” posteriore del nostro pianeta. Questa condizione, unitamente al tramonto della Luna, garantisce perciò dei buoni risultati“, ha concluso Masi.