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Elezioni, politologo Pasini a Free.it | “Centrosinistra confuso, centrodestra mette polvere sotto tappeto. E sulla Costituzione…”

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Bianca Senatore

La campagna elettorale si infuoca, quando mancano meno di due mesi alle elezioni. Mentre nel centrodestra si fanno annunci mirabolanti, come la flat tax al 23%, nel centrosinistra ancora non c’è neanche ancora l’alleanza. In serata è atteso l’esito del vertice di questi giorni tra Pd, Verdi e Sinistra Italia, che devono capire se stare insieme oppure no. Ma intanto volano stracci anche tra Pd e Italia Viva. A che punto è questa campagna elettorale estiva? Al quotidiano online Free.it Nicola Pasini, politologo e docente di scienze politiche all’Università Statale di Milano.

C’è grande confusione sotto il sole di questo strano agosto in campagna elettorale. Le due coalizioni, con differenti gradi di difficoltà, stanno cercando di mettere nero su bianco un programma che possa essere credibile per gli italiani. I leader dei partiti continuano ad azzuffarsi tra loro e al momento mancano proposte concrete. E intanto c’è chi teme che, con la vittoria della Meloni, si possa mettere mano alla Costituzione. Abbiamo chiesto un commento della situazione a Nicola Pasini, politologo e docente di scienze politiche all’Università Statale di Milano

Elezioni, politologo Pasini a Free.it | “Centrosinistra confuso, centrodestra mette polvere sotto tappeto. E sulla Costituzione…”

Come vede questa campagna elettorale finora?

“E’ partita all’insegna della delegittimazione reciproca fra le due coalizioni. Cosa che è un po’ una costante del sistema politico italiano a partire dal ’94, per cui nulla di nuovo. Il centrodestra ritiene che il centrosinistra sia una accozzaglia di sigle senza un filo conduttore. Il centrosinistra ritiene che la destra sia una amalgama di forze politiche che nell’eventualità di una vittoria il 26 settembre comincerebbe a litigare. Quindi, nulla di nuovo e tempo che si arriverà sostanzialmente al pantano che tipico del nostro sistema politico da trent’anni a questa parte”.

Cosa ne pensa di questa ancora informe coalizione di centrosinistra? E come pensa che la vedano gli elettori?

Io credo che il problema principale sia nel partito democratico. Il Pd è di fatto il partito che ha sostenuto fino in fondo, insieme a Italia viva, l’agenda Draghi. E agli elettori dicono che saranno loro a portare avanti il programma. L’ambizione del segretario Letta era, inizialmente, di fare un campo largo con il Movimento 5 stelle. Ma questo non si può più, perché tecnicamente sono statim loro a tradire l’alleanza, o meglio l’unità nazionale a sostegno di Draghi. E quindi via i 5S ma si imbarca la sinistra massimalista.

Nello stesso tempo, c’è un tentativo di globale la parte riformista a con Azione di Calenda, il quale alza il prezzo e ci sta. Ma a quel punto il Pd deve accogliere le richieste di azione più Europa che, giocando al rialzo, ottiene a tavolino una ripartizione di seggi più elevata rispetto alle forze in campo. Per cui, effettivamente è una coalizione dove non si capisce quale sia il programma da presentare agli italiani.  

Perché si ingloba la sinistra massimalista, si disconosce l’agenda Draghi. Se si porta avanti l’agenda Draghi si scontenta la parte rappresentata da Fratoianni e Bonelli. E poi, però, c’è un grosso problema dentro al Partito democratico. Perché c’è una parte del partito democratico, soprattutto quello più a sinistra, che non vede di buon occhio, non l’ha mai vista, l’agenda Draghi.

Elezioni, politologo Pasini a Free.it | “Centrosinistra confuso, centrodestra mette polvere sotto tappeto. E sulla Costituzione…”

E poi ci sono delle componenti del Pd, rappresentate da Bettini e Zingaretti, che hanno sempre pensato ad un’alleanza strategica con i 5 Stelle. Ma questo, almeno al momento, non è possibile”.

Elezioni, politologo Pasini a Free.it | “Centrosinistra confuso, centrodestra mette polvere sotto tappeto. E sulla Costituzione…”

Invece l’altea coalizione sembra meno litigiosa. E’ d’accordo?

“Siamo un po’ di fronte a dei paradossi. Intanto, il M5S quello che ha provocato inizialmente le dimissioni di Draghi. Però poi Lega e Forza Italia hanno colto la palla al balzo per dire basta e finire la legislatura. Dal momento che Draghi era indigesto a molti dei loro elettori. Il punto è che la forza trainante di questa coalizione era all’opposizione: cioè Fratelli d’Italia. Mi sembra di capire che ci siano delle proposte all’insegna del cosiddetto sovranismo, del nazionalismo. Però ci sono tra loro molti problemi a cominciare da quelli di politica estera.

Se è vero che Fratelli d’Italia da subito ha sostenuto l’Ucraina contro la Russia, è altrettanto vero che sia nella Lega sia in Forza Italia c’è invece una forte attenuazione dei toni nei confronti di Putin. Poi chiaramente ritroviamo la solita retorica su immigrazione, sicurezza, meno tasse. Però credo che in questo momento stiano tenendo la polvere sotto il tappeto. E dopo le elezioni uscirà”.

In alcuni ambienti c’è molta paura che, in caso di vittoria della destra, si andrà verso un cambiamento della Costituzione. Ritiene che sia un timore fondato?

“Ci sono già tentativi nelle legislature precedenti di cambiare la Costituzione. Io, per quanto possa essere importante la mia opinione, sostengo che la Costituzione può essere cambiata. E che proprio alcune cose al suo interno siano una delle cause del malfunzionamento del sistema politico e del sistema partitico italiano. C’è da dire che con il referendum del 2016 la maggioranza degli italiani ha deciso che questa costituzione la più bella del mondo. Per cui, ammesso e non concesso che vinca il centrodestra, vediamo che tipo di proposta di riforma costituzionale fa. E poi vedremo.

Ma mi sembra di capire che si voglia andare verso una sorta di presidenzialismo. Anche se, da accordi trasversali, non tutti sono d’accordo. In ogni caso, non è il cambio della Costituzione il pericolo maggiore, dal mio punto di vista. Secondo me il nodo principale è se continuare o meno con l’agenda Draghi. Che ha creato credibilità sia su scala internazionale sia su scala interna, tant’è che la crescita economica ne è una conseguenza. Dopodiché, bisognerà vedere come si vuole riformare la Costituzione. Io non sono contro, ma bisogna capire in quale direzione ci vuole andare”.

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