C’è una foto sui social che sta facendo molto discutere. Racconta di un degrado e di una sottocultura mafiosa che è quotidianità per alcune persone e che crea ancora un grande “fascino”. Persino nei bambini.
Nella foto si vede un bambino di sei anni seduto a un tavolo con il petto nudo, una vistosa catena con medaglione d’oro al collo e una pistola in mano. Una pistola evidentemente finta, si vede bene, infatti, il tappino rosso sulla canna.
Ma la posa è vera, lo sguardo fiero e l’atteggiamento sono da autentico camorrista. La foto è postata da sua madre che ha commentato orgogliosa “sei uguale al tuo papà, vita mia”. Ma chi è la madre in questione?
E’ una delle sette donne arrestate ieri insieme ad altri 11 uomini nell’ambito dell’inchiesta su un giro di droga a Torre Annunziata. L’indagine, condotta dalla Procura di Torre Annunziata e condotta dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Oplonti, si è concentrata sul rione Poverelli. Un complesso di case popolari della cittadina vesuviana, a pochi Km da Napoli.
Proprio lì si era intensificato nel corso degli anni un giro di spaccio che vedeva in azione anche giovanissimi pusher. Il più piccolo aveva solo 11 anni. I ragazzi venivano mandati a fare consegne a domicilio, dopo aver ricevuto precise istruzioni. Sarebbero state proprio le mamme, secondo la ricostruzione degli inquirenti, a insegnare “il mestiere di famiglia” ai bambini.
Gli altri clienti, invece, venivano accolti in appartamenti videosorvegliati. Mentre a riscuotere da chi si dimenticava di pagare ci pensavano uomini armati, pronti a far fuoco.
Era stata proprio una sparatoria che aveva coinvolto un cliente a dare il via all’indagine dei carabinieri. Era il dicembre 2018
In totale, in arresto ci sono 18 persone, indagate a vario titolo per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione. Detenzione e porto di armi comuni da sparo in luogo pubblico. Sono 60 i capi di imputazione, 58 dei quali relativi alla droga.
Tra gli arrestati ci sono, appunto, 7 donne, due delle quali madri di bimbi troppo piccoli per finire in carcere. Per loro è disposto il divieto di dimora in Campania. Gli altri, invece, sono tutti in prigione.
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