Nuove accuse durante il Jova Beach Party, ma Lorenzo Jovanotti interviene spiega nel dettaglio quanto accaduto: le sue parole colpiscono.
Jovanotti sbotta dopo le accuse di lavoro in nero durante il Jova Beach Party. L’autore del tour sulle spiagge italiane (e non solo ndr) ha parlato durante una diretta su Instagram e rispedito al mittente quanto accaduto dopo il blitz dell’ispettorato del lavoro ad Ascoli Piceno. Il cantante ha parlato da un lido che si trova a Fermo.
Le accuse non si fermano qui perché contro il tour si sarebbero scagliati anche coloro i quali parlano di gravi rischi per l’intero ecosistema. Jovanotti non ci sta e passa subito al contrattacco per quanto letto e scritto da alcune associazioni. Le sue parole lasciano il segno e arrivano a distanza di giorni.
Jovanotti non sopporta queste accuse e sui social sbotta. “Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l’attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Il nostro è un progetto fatto bene che tiene conto dell’ambiente“, ha ribadito l’artista che sta facendo divertire tantissime persone sparse in giro per l’Italia. Parole di certo forti per l’artista che ha commentato dopo la sospensione di alcune ditte coinvolte nel grande evento per la presunta presenza di lavoratori non in regola.
“Il lavoro nero per me è una piaga enorme, una cosa molto seria“, precisa Jova che ha parlato proprio vicino a Maurizio Salvadori della Trident. “Lavoro con la Trident e Salvadori dal 1988, e da allora abbiamo fatto tournée grandi e piccole, discoteche, locali, bar, stadi e non abbiamo mai avuto una contestazione sul piano della legge del lavoro. Ma so che siamo nell’occhio del ciclone. Il Jova Beach porta grandi eventi in piccole realtà mettendo in moto il livore locale e micro vendette in qualche modo politiche“, ha ribadito.
Proprio Salvadori ha spiegato di collaborare con 20 società che offrono vari servizi. “Dopo 3 anni di Covid metà facchini specializzati hanno cambiato lavoro e oggi per trovarne 700 che ci servono dobbiamo farli arrivare anche da 200-300 km con i pullman e da sei, sette, otto società diverse che conosciamo. Lavorano nell’abito della musica da anni se non da decenni ed è impensabile che facciano lavorare in nero“, ha spiegato Salvadori.
Anche Jovanotti ha voluto rispedire al mittente anche le accuse per possibili danni di natura ambientale. “Non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo, ma le portiamo a un livello migliore di come le troviamo. Il Jova Beach non è un progetto ‘greenwash’, parola che mi fa cagare cose come mi fa schifo chi la pronuncia. È una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli”, ha concluso Jovanotti.
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