Un’incredibile vicenda che ha visto letteralmente “mandare in fumo” milioni di euro per un errore. Il denaro era ben nascosto e impossibile da trovare, fino a che nell’azienda non si è presentato…
Sono state centinaia le banconote a brandelli. Per errore. Una storia al limite dell’assurdo, che vede protagonista un’azienda, specializzata nello smaltimento di rifiuti.
L’azienda era abituata a ricevere container di materiali e dispositivi da vari ecocentri per poi smistarli e distruggerli con un macchinario tritatutto quindi non ha fatto caso a cosa conteneva un macchinario che doveva essere distrutto. E proprio dentro uno dei container si trovava una vecchia fotocopiatrice da rottamare. Peccato che nessuno si è accorto che all’interno c’era un vero e proprio tesoro. Mazzette di denaro di cui gli operatori dell’azienda si sono accorti solo quando ormai era tardi. La fotocopiatrice era già finita nel tritatutto ed era impossibile recuperarla senza rischiare di restare stritolati.
Il denaro era in euro, lo hanno capito i dipendenti della Sea di Romano d’Ezzelino nel Veneto, dai pochi brandelli che sono riusciti a recuperare ancora increduli per quello che avevano in mano. C’erano pezzi da 200 e 500 euro, per una quantità impossibile da determinare con certezza: c’è chi dice che si arrivasse almeno a un milione di euro, chi dice che non fossero meno di due. Il container con la macchina fotocopiatrice “milionaria” pare fosse un “rifiuto speciale” da smaltire da un comune dell’Altovicentino.
Milioni di euro al macero per errore. A chi appartenevano
Soltanto poche ore dopo l’incredibile fatto, si è scoperto a chi sarebbe appartenuta quell’enorme somma di denaro.
A portarla sarebbe stato un cittadino sui 70 anni che, non appena si è reso conto di essersi involontariamente liberato dell’immenso tesoro, si è recato in municipio supplicando di recuperare il macchinario, e affermando che dentro c’erano un testamento e la sua pensione. Ma il denaro andato al macero era molto più di una pensione e ora i frammenti di banconote da 500, 200 e 100 euro, sono conservati in grosso sacco bianco, messo da parte dall’azienda bassanese come prova.
“Se ce ne fossimo accorti in tempo avremmo riconsegnato tutto al proprietario. Non ho mai detto che quel denaro fosse diventato di nostra proprietà. Abbiamo conservato ogni cosa, nel caso dovesse tornare utile a qualsiasi tipo di accertamento” racconta Giuseppe Ziliani, amministratore delegato della Sea. Nel paesino di Chiampo il sindaco Matteo Macilotti allarga le braccia: “Qui nessuno ricorda il nome di quel cittadino“. Un dipendente ammette che “Era arrivato una mattina molto agitato, voleva rientrare in possesso del macchinario che lui stesso aveva portato all’ecocentro pochi giorni prima”. Purtroppo per lui sarà impossibile recuperare quel denaro, ma di sicuro, è molto probabile, che sull’anziano signore ci possano essere degli accertamenti.