La Procura di Milano ha dato il nulla osta alla sepoltura di Diana, la bimba di quasi un anno e mezzo lasciata sola in casa per sei giorni dalla madre Alessia Pifferi. La donna, adesso in carcere accusata di omicidio volontario pluriaggravato, ha parlato con i suoi avvocati che hanno tracciato un quando shoccante.
Intanto sono stati fissati per il primo di agosto gli accertamenti irripetibili sul contenuto del flaconcino di ‘En’ ritrovato nell’appartamento di via Parea. L’obiettivo è verificare che si tratti davvero di benzodiazepine. Accertamenti anche sul latte rimasto nel biberon ritrovato vicino a Diana per appurare se vi siano tracce del potente tranquillante, che la madre potrebbe averle fatto assumere.
Le indagini sulla morte della piccola Diana continuano. Gli investigatori, tra le varie testimonianze raccolte, hanno anche sentito l’uomo che avrebbe frequentato Pifferi tra marzo e aprile scorsi (“non ricordo il suo nome“, aveva detto lei) e lui ha riferito, in linea su questo punto con la versione della donna, che quella boccetta di En l’aveva lasciata lui a casa della 37enne.
Per lunedì prossimo, intanto, sono stati fissati gli accertamenti irripetibili della Polizia scientifica e a fine settembre dovrebbero arrivare gli esiti definitivi dell’autopsia, che comprendono anche gli esami tossicologici per accertare se la piccola abbia assunto le benzodiazepine.
Parla l’avvocato di Alessia Pifferi “È come se vivesse in una bolla”
La difesa, coi legali Luca D’Auria e Solange Marchignoli, ha già nominato due esperti per una consulenza “neuroscientifica e psichiatrica” sulla donna. Per i legali la donna è in uno stato come se si trovasse in una bolla.
Il compagno di Alessia Pifferi, in carcere con l’accusa di aver ucciso la figlia, ha da giorni spento il cellulare. L’avvocato difensore ha spiegato a https://t.co/NN3zpghRyP che la donna è molto preoccupata per questo e si sente abbandonata https://t.co/KPlVtA64fS
— Fanpage.it (@fanpage) July 27, 2022
“Durante il nostro incontro in carcere ha detto che voleva la sua bambina, che voleva andare ai funerali”, ha detto a Fanpage.it l’avvocata Solange Marchignoli. “Non si rende ancora conto quello che è accaduto. Stamattina ha detto che voleva la sua bambina, che voleva andare ai funerali“. L’avvocato ha anche spiegato il motivo per cui la sua assistita non ha mai parlato di pentimento.
“La frase di pentimento potrebbe arrivare da una persona che ha compreso quello ha fatto. Non è il suo caso. Ha capito solo in parte quello che è successo ed è distrutta dal dolore. Questa mattina era preoccupata per la bambina e per il funerale. Al momento non ha alcuna informazione da nessuno. Non sa neanche quello che sta succedendo fuori” ha detto Marchignoli.
“Non sa – ha continuato l’avvocato – che l’opinione pubblica è molto dura nei suoi confronti. Non potrebbe essere diversamente perché il fatto è gravissimo, oltre ogni idea di bene e male. Lei non è un’assassina lucida, vive in questo momento in una bolla e si fa fatica a comunicare“.
Una donna che sembra in totale confusione come spiega l’avvocato di Pifferi “Ha detto che vuole la sua bambina, che voleva andare ai funerali. Ma questa cosa non sarà possibile. Fondamentale – conclude – il contributo delle neuroscienze perché si tratta di una persona che non ha gli strumenti per capire“.