Tragedia Migranti, nuovo sbarco e violenze a bordo | Il racconto agghiacciante dei testimoni

Lo sbarco di migranti in Italia continua e non c’è alcuna sosta: l’ultimo racconto di alcuni testimoni a bordo fa venire la pelle d’oca. 

Nelle ultime ore sono oltre 1.500 i migranti giunti in Italia, ma Lampedusa chiede aiuto per una emergenza causata dal sovrannumero di persone presenti sulla piccola isola siciliana. La situazione si fa sempre più complicata, l’annuncio di alcuni testimoni a bordo è invece letteralmente da brividi.

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Tragedia Migranti, nuovo sbarco e violenze a bordo | Il racconto agghiacciante dei testimoni

L’aumento delle temperature rende il viaggio una vera e propria chimera, ma non mancano i soprusi e le violenze subite a bordo delle varie imbarcazioni. Spunta intanto un racconto di alcuni testimoni che mostra quanto accaduto nell’arco delle ultime settimane: non sarebbe il primo caso.

Migranti in Italia, continuano gli sbarchi in Sicilia

Gli sbarchi di migranti sulle coste siciliane continuano senza osta. Cinque cittadini egiziani, ritenuti presunti scafisti di un peschereccio con 674 persone a bordo, sono stati fermati dalle forze dell’ordine. A bordo dell’imbarcazione erano presenti anche cinque corpi senza vita. In tutti si parla di 179 persone giunte a Messina in seguito all’iter di identificazione e di controllo sanitario.

Sicilia migranti
Migranti in Italia, continuano gli sbarchi in Sicilia

L’ipotesi di reato è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto. Alcuni testimoni avrebbero parlato di percosse subite con bastoni e cinghie durante il viaggio. Le cinque vittime sarebbero decedute a causa di disidratazione, mancanza di acqua potabile a bordo e le alte temperature. I migranti sono giunti durante la mattinata di domenica 24 luglio 2022, successivamente trasferiti nei porti di Catania, Messina, Siracusa e Crotone.

Il racconto dei testimoni, cosa è accaduto a bordo

I testimoni hanno anche parlato di un mese di permanenza in una struttura sulle coste della Libia per poi salpare lo scorso 19 luglio direzione Italia. Nel mezzo della traversata, invece, i membri dell’equipaggio avrebbero spento i motori e chiesto intervento di soccorso, con tanto di dispositivo satellitare. Il sistema tecnologico sarebbe stato successivamente gettato in mare. “Le risorse idriche e di cibo sono state disumanamente razionate, al punto che i migranti erano costretti a spartirsi un bicchierino da caffè pieno d’acqua in dieci“, si legge in una nota della Procura di Messina.

Hanno accusato dei malori e visto morire i loro compagni di viaggio per il caldo e la disidratazione. Tutti costretti a bere anche l’acqua del mare e del motore“, continua il comunicato. L’equipaggio del peschereccio avrebbero assegnato ad un migrante il compito di gestire e razionare l’acqua potabile, con tanto di percosse da parte degli scafisti.

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