La campagna elettorale ormai è cominciata ma ci sono ancora parecchi nodi da sciogliere. Il centrosinistra prova a capire come e con chi allearsi, come gestire il rapporto con il M5S e come fronteggiare la destra. Sul fronte opposto, ci sono Salvini e Berlusconi che cercano un modo per fronteggiare l’ascesa di Giorgia Meloni, che sembra inarrestabile. E rischia di mettere in ombra sia Lega che Forza Italia. Al quotidiano Free.it Marcello Veneziani.
Mercoledì ci sarà il vertice del centrodestra per mettere nero su bianco tutti i punti ancora in sospeso, in vista delle elezioni del 25 settembre. Si discuterà, tra le altre cose, della distribuzione dei collegi uninominali ma soprattutto il tema scottante è la premiership. Sarà la Meloni la prima presidente del consiglio donna in Italia? Dipenderà da quanti voti prenderà, ma Salvini e Meloni non cederanno senza lottare. Al quotidiano Free.it Marcello Veneziani.
E’ davvero così scontato che il centrodestra vinca le prossime elezioni o rischia di autosabotarsi fino al 25 settembre?
“Diciamo che è favorito ma non è assolutamente scontato che vinca le elezioni. Quello che si può dire è che o il centrodestra vince le elezioni o non penso che ci saranno maggioranze alternative. O si rimane nella situazione di stallo o vince il centrodestra. Ma di qui a dire che vince automaticamente credo che nessuno sia in grado di dirlo. Ci saranno sicuramente dei grandissimi sabotaggi dall’esterno, poi magari si faranno anche del male tra loro. Ma comunque credo che la campagna elettorale sia partita alla grande. Ci sarà una macchina che cercherà di far saltare la Meloni e i suoi alleati”.
Giorgia Meloni può davvero fare il premier? Di cosa avrebbe bisogno?
“Credo che sia prematuro parlare di questo. Quando ci conviene, diciamo che viviamo in una democrazia parlamentare e che non è il premier la questione ma la maggioranza parlamentare. Quindi, vediamo prima che tipo di affermazione avrà al voto, poi vedremo il contesto in cui agirà. Certo dovrà attingere molto da personalità che non appartengono al suo partito”.
Le uscite da Forza Italia danneggiano di più Berlusconi o chi è andato via?
“Alla lunga danneggiano sicuramente chi è andato via. Però bisogna anche considerare che chi è andato via si era già messo al di fuori della logica di Forza Italia e quindi sapeva che non avrebbe più avuto la possibilità di incidere in maniera notevole.
Perché erano già passati mentalmente dalla parte di Draghi o del centrosinistra. Credo che sia stato un gioco fatale. Però credo anche che, finora, tutti i fuoriusciti da Forza Italia non hanno fatto una grandissima carriera, si sono ritirati a vita privata”.
Secondo lei la legge elettorale in vigore potrebbe rendere difficile la formazione di un governo?
“Le leggi elettorali perfette non esistono. Sicuramente, se mettono mate a questa leggere elettorale qui riuscirebbe anche a peggiorarla. A questo punto, meglio tenersi uno sgorbio di legge e votare con questa”.
Mercoledì c’è il vertice del centrodestra. Cosa pensa che verrà fuori?
“Mi pare normale che prima di una elezione si facciano non uno ma tanti vertici. Perché devono stabilire una strategia elettorale, un messaggio, una comunicazione politica. E inevitabilmente su questo si confronteranno. Poi ci saranno anche altre questioni certamente, ma i giornali dicono che si vedono per litigare su chi è il capo. Credo che ci siano questioni più importanti rispetto a quella della premiership, questione che resta congelata. Perché si devono vedere prima i risultati elettorali prima di decidere”.
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