Un tavolo al ministero dei Trasporti cercherà di tamponare il caos voli che sta gettando nel caos mezza Europa. A rischio per agosto 1,2 milioni di passeggeri, ma non tutto dipende dall’Italia
Un incontro per scongiurare il caos. È questo quello che si terrà oggi al ministero dei Trasporti per affrontare le problematiche che sono alla base dei disservizi sui voli degli ultimi mesi, dai salari agli incentivi per le low cost.
Tanti sono i problemi del trasporto aereo, e sembra siano esplosi tutti in questa bollente estate, dopo un lungo periodo in cui forse si è fatto finta che tutti questi si sarebbero magicamente risolti. Invece non è stato così. I problemi ci sono, e sono tanti, e oggi saranno al vaglio del del ministero di Enrico Giovannini: si va dai salari del personale di volo, al piano nazionale aeroporti, fino agli incentivi alle low cost. Un “round tecnico” con le associazioni del settore, che si pone lo scopo di scongiurare la minaccia degli scioperi che incombe sulla stagione turistica italiana mettendo a rischio il transito di 1,2 milioni di passeggeri.
Parlando di possibilità, sono comunque poche le speranze di riuscita anche se, secondo Assoturismo Confesercenti, se dovessero verificarsi le agitazioni fino ad agosto, sarebbero a rischio 800 milioni di fatturato per il solo settore italiano dei servizi turistici di terra. “Siamo al limite: se la situazione di caos dovesse andare avanti anche in agosto, quando è più complicato riposizionare i passeggeri su altri voli, correremmo il rischio effettivo di annullamento di tutti gli altri servizi prenotati a destinazione, sia in Italia sia all’estero” ha lanciato l’allarme l’associazione in difesa del turismo nei giorni scorsi, sottolineando come le compagnie low cost, quelle che stanno soffrendo maggiormente la carenza di personale e le più colpite dagli scioperi, detengono il 67% dei posti disponibili sui voli diretti in Italia.
Caos voli, a rischio 1,2 milioni di passeggeri. L’Italia non è il solo problema
Con l’uscita di Alitalia dal mercato, da tempo la libera concorrenza ha lasciato campo aperto, con tutte le conseguenze che sono ben presenti in questo periodo.
Il problema più grande è che l’Italia e il nostro ministero dei Trasporti possono fare ben poco per arginare il problema che non dipende solo dal nostro Paese. Rayanair si è accaparrata buona parte delle rotte e se questa dovesse ad esempio bloccare i voli da Londra, resterebbero a terra anche i passeggeri di Roma. Il paradosso in tutto questo è che il caos sembra generato: “dalla forte ripresa dei viaggi a cui non è seguito l’adeguamento delle flotte, dei piloti, del personale di bordo, di terra, sia dei vettori sia degli aeroporti”.
Si è stimato un +10% dal 2019, quindi una ripresa post Covid molto importante che doveva essere prevedibile, anche se così non è stato. La buona notizia, si fa per dire, è che questo tipo di situazione è più complicata all’estero piuttosto che nel nostro Paese, a cui una grande mano hanno dato gli ammortizzatori sociali che hanno protetto dal licenziamento gli organici delle compagnie e delle società di handling, dallo stop prolungato dovuto al Covid. Ma non gli stagionali, che nel frattempo, sono passati più di due anni, si sono trovati altri impieghi. E sono proprio questi che mancano all’appello e che sono all’origine del caos voli.