Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della piccola bimba morta a Milano per opera della madre: il delitto di Diana e le dichiarazioni del compagno di Alessia Pifferi.
Si sono conosciuti sui social e hanno iniziato una relazione fatta di alti e bassi. A parlare della vicenda avvenuta a Milano è Mario D’Angelo D’Ambrosio, 58enne che lavora come elettricista nella provincia di Bergamo. Sulla vicenda della piccola Diana, morta per mano della madre ormai da giorni, non mancano nuovi retroscena.
Alessia Pifferi avrebbe conosciuto l’uomo un paio di anni fa: non era ancora incinta della piccola trovata senza vita in una casa a Milano. La bambina è rimasta per sei giorni da sola e senza acqua e cibo. Il pm De Tommaso ha ascoltato le dichiarazioni dell’uomo dopo la terribile vicenda accaduta in Lombardia.
D’Ambrosio ha dichiarato che avrebbe scoperto dell’esistenza della piccola soltanto il giorno in cui la donna ha partorito. Intanto il gip che ha convalidato l’ordine d’arresto ha escluso l’ipotesi della premeditazione. Nel frattempo la relazione fra Pifferi e D’Ambrosio sarebbe iniziato a luglio 2020.
“Da quel momento abbiamo iniziato a frequentarci assiduamente cominciando una relazione fatta di alti e bassi, da agosto 2020 fino a gennaio 2021. Fino alla nascita di Diana, alla fine di gennaio abbiamo convissuto tranquillamente a Leffe. E io e la bimba stiamo rimaste in ospedale a Bergamo per quasi due mesi. Poi lui mi ha lasciata“, si legge nelle dichiarazioni riportate da Il Giorno.
L’uomo ha intanto parlato anche della convivenza avuta con la donna a Leffe, cittadina della Bergamasca dove abita attualmente D’Ambrosio. L’uomo avrebbe avuto qualche dubbio sullo stato interessante della donna, ma lei avrebbe raccontato tutto soltanto a parto praticamente compiuto. “Durante la convivenza un sospetto mi era venuto perché non aveva mai il ciclo e perché aveva una pancia che continuava ad aumentare. Lei però mi aveva giurato di non essere incinta“, ha ribadito il 58enne.
La relazione si era interrotta a gennaio 2022, salvo poi riprendere a giugno con una nuova frequentazione. “A volta venivo io a Milano e c’era anche Diana. A volte veniva lei durante il weekend da me a Leffe, dicendomi sempre che la bambina era con al sorella Viviana o con una babysitter che si chiamava Jasmine”. In realtà, però, Viviana non sarebbe mai esistita.
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