Guerra in Ucraina, giorno 151. Oggi sono esattamente cinque mesi dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dopo che ieri Mosca ha bombardato con razzi il porto di Odessa, si cerca di riorganizzare le partenze dei cargo con il grano.
La Russia ha sottolineato di aver distrutto solo infrastrutture militari ucraine nel porto, senza danneggiare le navi. I missili russi ad alta precisione hanno distrutto, in particolare, una nave da guerra ucraina e un magazzino di missili Harpoon. In realtà, negli incendi seguiti alle esplosioni alcune navi sono state danneggiate e diverse tonnellate di grano sarebbero state contaminate dal fumo.
Per tener fede all’accordo siglato ad Ankara, però, Mosca deve far partire quelle navi e riavviare le esportazioni di grano. Ecco perché il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov si è affrettato a sottolineare che i preparativi per il ripristino delle partenze sono in corso. Secondo quando riferito dalle emittenti russe, tra martedì e mercoledì potrebbero prendere il largo le prime navi cariche di grano, dirette per lo più in Africa.
Anche da Kiev arriva la conferma che, se non ci saranno ulteriori bombardamenti, entro due settimane le navi piene di grano potranno salpare da tutti e tre i porti. Quelli indicati nell’accordo con Onu e Turchia. Ma ci saranno delle squadre inviato dalla Fao e da Ankara a monitorare le partenze e coordinare i flussi, onde evitare ulteriori incidenti e ritardi.
Le prime navi partiranno dal porto di Chornomorsk. Poi inizieranno a partire da Odessa e poi Pivdenny. Secondo i piani, entro i primi di agosto i traffici dovrebbero essere ristabiliti quasi completamente. E dovrebbero arrivare a destinazione, dopo quasi sei mesi, 5milioni di tonnellate di grano al mese.
I contadini ucraini, tra bombardamenti e stenti, hanno comunque continuato a lavorare i campi per non interrompere il ciclo di raccolta. “Nonostante la guerra, gli agricoltori ucraini hanno già contato 6,5 milioni di tonnellate di nuovo raccolto”, ha detto il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. “In generale, ha aggiunto il ministro – il raccolto di grano di quest’anno e le altre colture del settore dovrebbero raggiungere i 65-70 milioni di tonnellate, circa il 70% degli indicatori della stagione 2020/21″, ha aggiunto.
Intanto la guerra prosegue. Nella notte a Kiev sono tornate a suonare le sirene antiaeree. E si sono sentite forti esplosioni nell’area di Melitopol. Lo ha fatto sapere il sindaco della città ucraina Ivan Fedorov. Secondo scritto dal sindaco su Telegram, le esplosioni sono state udite presso l’aeroporto di Melitopol da dove si è notato alzarsi anche del fumo.
“La guerra non ha spezzato e non spezzerà l’Ucraina”. Lo ha scritto su Facebook il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Cinque mesi. Dopo otto anni. La guerra non ha spezzato e non spezzerà l’Ucraina. Non ha fermato la vita nel nostro Paese e non lo farà. E di sicuro non ci renderà ostaggi dell’orrore che gli invasori hanno portato nel nostro Paese. Resisteremo. Proteggeremo ciò che è nostro. Vinceremo!”, ha scritto Zelensky pubblicando anche foto di militari e civili ucraini.
Intanto, le truppe ucraine stanno avanzando verso Kherson, regione sudorientale ucraina sotto il controllo russo dall’inizio dell’invasione. “Gli invasori stanno cercando di controllare l’area. Ma l’esercito ucraino sta avanzando tappa dopo tappa nella regione”, ha detto il presidente in un videomessaggio.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto che Mosca è riuscita a spostare la linea del fronte oltre il Donbass. Ma secondo l’intelligence britannica, non è vero. Per gli 007 di Londra, la Russia non ha esteso la guerra ha fatto queste dichiarazioni “per aprire la strada ai referendum nei territori occupati oltre gli oblast di Lugansk e Donetsk”, in particolare nelle zone occupate delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
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