L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un nuovo allarme globale. Un nuovo virus è diventato emergenza internazionale.
Il livello di allerta è un “invito all’azione” per evitare una nuova pandemia dopo quella da covid.
Dopo due anni di Covid e tanta sofferenza e privazioni a livello mondiale una nuova emergenza sanitaria è stata segnalata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo ha fatto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in una conferenza stampa.
Un nuovo virus è stato dichiarato dal massimo dirigente dell’Organizzazione come emergenza sanitaria globale. Si tratta del più alto livello di allerta dell’Oms.
Il virus su cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta puntando la sua attenzione è il vaiolo delle scimmie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emesso il suo massimo livello di allerta per cercare di contenere l’epidemia. “Ho deciso di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale“, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una conferenza stampa, precisando che il rischio nel mondo è relativamente moderato a parte l’Europa dove è alto. Tedros ha spiegato che il comitato di esperti non è riuscito a raggiungere un consenso, rimanendo diviso sulla necessità di attivare il massimo livello di allerta.
Alla fine, è spettato al direttore generale decidere. “È un invito all’azione, ma non è il primo“, ha affermato Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’Oms, che ha affermato di sperare che possa portare a un’azione collettiva contro le malattie. Da inizio maggio, quando è stata rilevata al di fuori dei paesi africani dove è endemica, la malattia ha colpito più di 16.836 persone in 74 Paesi, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) il 22 luglio.
E nel giorno in cui il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il vaiolo delle scimmie “un’emergenza sanitaria globale“, altri casi sono stati registrati in Italia. In provincia di Cremona sono stati riscontrati i primi due casi, attestati dall’Ats Val Padana: uno dei due contagiati è già guarito, l’altro è ancora sottoposto a terapia specifica ma sta bene.
I due casi cremonesi sono apparentemente scollegati fra loro, con residenze in due diversi paesi della provincia. E nessuno dei due aveva viaggiato prima di contrarre il virus.
“Il Ministero della salute con apposita ordinanza ha già predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi. In Italia finora sono ststi registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione. La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi“. Lo dichiara il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza.
“Non e’ una malattia eccessivamente pericolosa, però i numeri sono importanti nel senso che non è un fenomeno, cioè non c’era questa malattia. Ci sono 14mila casi, l’Oms ragiona con una logica di attivare i sistemi di sorveglianza in modo da non farsi cogliere impreparata da qualche variante, c’è la malattia nuova, di solito poi si ridimensiona il fenomeno. Una malattia nuova o comunque che si diffonde dove non c’era, deve sempre indurre le autorità sanitarie a una grande attenzione, l’Oms parla al mondo, a tutti Paesi e questo e’ un fenomeno da seguire“. Lo afferma Carlo Signorelli, docente di Igiene e salute Pubblica dell’Istituto San Raffaele di Milano, commentando la decisione dell’Oms di dichiarare il vaiolo delle scimmie “emergenza sanitaria globale” .
La decisione dell’Oms “significa che deve continuare con attenzione la sorveglianza e cioè la conta dei casi – spiega l’esperto – sulla modalità di trasmissione della malattia che ancora non è chiarissima ed eventualmente, come si sta facendo in Italia, usare alcune dosi di vaccino che sono state distribuite per fare delle vaccinazioni a gruppi selezionati esposti, che sono fondamentalmente personale sanitario e personale laboratoristico che ha a che fare col virus, che per fortuna clinicamente al momento non sembra che dia situazioni così gravi però merita un monitoraggio continuo perché evidentemente non erano dei casi sporadici, ma insomma dei numeri, anche in Italia, che implicano grande sorveglianza e attenzione“.
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