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Cronaca

Mistero al cimitero, sparisce la bara di Katty Skerl | Spunta l’agghiacciante legame con Emanuela Orlandi

Published by
Maria Teresa Bianco

Una bara è sparita dal cimitero e il mistero si infittisce perché il loculo, appartenente a Katty Skerl, ha qualcosa che fa pensare al legame con Emanuela Orlandi, qualcosa che non doveva essere scoperto

Un mistero che ha le sfumature di un vero e proprio giallo. La bara di Caterina, detta Katty, Skerl è improvvisamente scomparsa dal cimitero lasciando una coltre di domande senza risposte.

Mistero al cimitero, scompare la bara di Katty Skerl, quale legame con Emanuela Orlandi? (Immagine rete)

Quello che fa preoccupare, oltre al gesto già di per sé agghiacciante, è l’ipotetico legame tra la defunta ragazzina morta nel 1982 e la scomparsa di Emanuela Orlandi avvenuta l’anno successivo (1983). Quale legame esiste tra le due.

Mistero al cimitero, sparisce la bara di Katty Skerl | Si sospetta legame con Emanuela Orlandi

Il loculo dove prima riposava il corpo di Katty Skerl è stato posto sotto sequestro dalla questura di Roma. La bara della ragazzina, figlia di un regista americano, è sparita improvvisamente dal cimitero del Verano.

Mistero al cimitero, scomparsa la bara di Katty Skerl | Agghiacciante collegamento con Emanuela Orlandi (Ansa)

Caterina, detta Katty il 21 gennaio del 1982 è stata trovata morta per strangolamento a Grottaferrata. Dopo anni di assoluta quiete stamattina la spiacevole sorpresa, la sparizione delle spoglie della ragazza. Il loculo, così come riportato da Repubblica si trovava nel settore 115, seconda fila dal basso.

Ma quello che aggiunge ancora più mistero alla storia di Skerl è il legame sospetto della ragazza con Emanuela Orlandi, quest’ultima nota per essere sparita nel nulla il 23 giugno 1983 in Corso Rinascimento a Roma.

Sono molte le indagini sul caso della sparizione di Orlandi che negli anni hanno coinvolto dapprima i terroristi turchi e successivamente anche la Banda della Magliana senza però arrivare mai alla verità sulla vicenda. Nel tempo, però è comparso un personaggio che in qualche modo rappresenta il collegamento tra i due casi.

Marco Fassoni Accetti, il fotografo che inscenò il “finto rapimento” di Emanuela Orlandi

Lui è il fotografo Marco Fassoni Accetti. Negli anni scorsi fu proprio il fotografo ad autodenunciarsi al programma tv “Chi l’ha visto?” e poi anche in procura dichiarando di aver avuto un ruolo nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Nelle sue dichiarazioni, aveva testimoniato precisando che fosse stato lui l’autore del “finto rapimento” della Orlandi. L’obiettivo di quella sceneggiata doveva servire, secondo Accetti, a mettere pressione al Vaticano e ad influenzarne la politica estera.

Sempre in tv Accetti aveva affermato di avere in suo possesso anche il flauto appartenuto alla ragazza. Emanuela, infatti, studiava lo strumento musicale nella scuola Tommaso Ludovico da Vittoria, nei pressi di Piazza Navona ed è proprio dopo una lezione di musica che scomparve nel nulla quel 23 giugno dell’83.

Ma all’epoca dei fatti, le analisi svolte sul flauto diedero esito negativo, era passato troppo tempo. Questo ha portato la procura di Roma a processare Marco Accetti per autocalunnia, archiviando il caso sulla scomparsa di Orlandi.

Qui, entra in scena la storia di Katty Skerl e il presunto collegamento tra le due ragazze.

Il collegamento tra Katty Skerl ed Emanuela Orlandi: l’elemento occultato

Fu sempre Marco Fassoni Accetti che nel 2015 si presentò nuovamente in procura per sostenere proprio che la bara della ragazza morta in circostanze misteriose non si trovasse più nel cimitero del Verano.

Come riportato da Open, secondo il fotografo, Katty sarebbe stata uccisa su commissione da “una fazione interna ad ambienti vaticani opposta a quella di cui avrebbe invece fatto parte lui stesso e contraria alla politica anticomunista di Papa Giovanni Paolo II”.

Un testimone ha raccontato che la bara con le spoglie di Skerl è stata portata via da una “finta squadra di addetti cimiteriali incaricati di simulare una riesumazione”.

La domanda, in questo caso, nasce spontanea: Perché? Si pensa che il movente sia l’occultamento di un elemento che avrebbe permesso, qualora fosse stato scoperto, il collegamento tra le due morti.

Dopo 7 anni da quella testimonianza, ora è stato aperto una nuova indagine. Spetterà alla procura di Roma dover scoprire la verità.

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