Il bonus di 200 euro una tantum previsto per luglio porta con sé alcune modifiche. Sono diverse le categorie che saranno escluse e per questo non percepiranno l’incentivo economico
A quasi nulla sembrerebbero valse le modifiche della legge di conversione del decreto 50/2022, poiché saranno in molti ad essere esclusi dal bonus 200 euro.
Così come l’arrivo nel mese di luglio dei primi cedolini con l’indennità non ha chiarito tutte le domande inerenti alcune categorie di lavoratori; quello che risulta, invece evidente è che almeno due categorie resteranno fuori dai “giochi”.
Bonus 200 euro, le due categorie che non percepiranno l’indennità economica
Le due categorie escluse sono i pensionati e i precari. Nello specifico, come riporta Il Sole24ore, per ciò che concerne i pensionati l’articolo 32, comma 1, del Decreto Legge 50/2022 prevede che: “il bonus spetti a coloro che risultino titolare di una pensione con decorrenza entro il 30 giugno 2022 con un reddito personale imponibile nel 2021 entro i 35mila euro”.
Ne consegue che una persona in pensione dal dal 1° luglio non potrà ricevere il bonus né dal datore di lavoro come previsto dall’articolo 31, non risultando un lavoratore in forza nel mese di luglio, né dall’Inps poiché in tal caso la pensione avrà una decorrenza successiva al 30 giugno.
Mentre, l’altra categoria esclusa dall’indennità monetaria sono i soggetti appartenenti alla categoria dei precari, come per esempio i lavoratori della scuola. In questo caso tutti coloro che abbiano compiuto delle supplenze fino al 30 giugno e fatto successiva domanda di Naspi a partire da luglio saranno in automatico esclusi dal bonus.
C’è da dire che nonostante l’esclusione dal bonus di questa ultima categoria, nelle settimane precedenti è partita una serrata attività di pressing nei confronti del Governo per trovare una soluzione a favore dei precari.
Al vaglio una ipotetica soluzione, cioè quella di far confluire questi docenti precari all’articolo 32, comma 13, ovvero rientranti nei contratti a termine stagionali.
In questo caso, gli interessati che risultano avere un incarico di almeno 50 giornate concluso entro il 30 giugno, potranno presentare domanda all’Inps. Ovviamente, a tal proposito ancora non c’è nessuna indicazione ufficiale.