Senza acqua nei campi è impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo. A dare l’allarme è la Coldiretti che da settimane ormai parla della situazione critica a causa della siccità. Ci aspettano ancora settimane roventi su tutta l’Italia e la situazione idrica potrebbe peggiorare. I coltivatori italiani sono preoccupati anche per la crisi di governo, che potrebbe rallentare o addirittura bloccare gli interventi per attenuare i danni. Al quotidiano online Free.it Ettore Prandini, della Coldiretti Lombardia.
La siccità sta facendo i suoi danni. Secondo un rapporto di Coldiretti, quest’anno non è stata prodotta più di una bottiglia di passata di pomodoro su dieci. Questo a causa della mancanza d’acqua e delle temperature torride che hanno danneggiato l’11% del raccolto di pomodoro in tutta Italia. La stessa sorte toccherà anche ad altre colture, con un conseguente danno per gli agricoltori ma anche per i consumatori. I prezzi, infatti, saliranno mentre per i produttori i guadagni scenderanno. A rimetterci è tutta una parte di filiera. Al quotidiano online Free.it Ettore Prandini, della Coldiretti Lombardia.
Qual è la situazione idrica nel nostro Paese?
“La situazione è drammatica, stante una situazione ancora oggi non regolamentata, non gestista a livello nazionale. Ci sono interessi contrapposti anche tra regioni confinanti. E questo crea le condizioni per cui non ci sia una visione comune rispetto a quello che è una situazione molto complessa. E che va ad impattare sui cittadini consumatori. Perché, purtroppo, buona parte dei prodotti che oggi rischiano di perdere o di avere contrazione rilevante delle rese, riguardano prodotti alla base alimentare. Anche degli animali. Mi riferisco, per esempio, agli scarti di mais usati per alimentare il bestiame. Questo porterà a una minor capacità produttiva, con una diminuzione anche del numero di campi coltivati all’interno del nostro Paese”.
Quali sono i rischi ora che si prospetta una crisi di governo?
“Già la scorsa settimana dove va essere promulgato il governo per l’emergenza siccità con una gestione commissariale, con un responsabile nazionale o figure di carattere tecnico. Questo non è avvenuto e questo rallentamento si inserisce proprio nella settimana più delicata. Perché questa settimana ci giocheremo buona parte dei raccolti, soprattutto nel nord Italia. Sulle prime coltivazioni oltre il danno che rischiamo di avere nelle prossime settimane anche sul comparto ortofrutticolo. E quindi l’assenza di un commissario per l’emergenza che gestisca la situazione è un problema. Quindi la risoluzione del problema è delegata alle singole regioni e non allo Stato centrale. E questo ci limita molto”.
Siete preoccupati?
“Assolutamente sì. Noi abbiamo stimato un danno approssimativo di circa 3miliardi di euro sulla filiera agroalimentare. E il dato è fermo a 15 giorni fa. E’ chiaro che è impensabile che i danni subiti dalle imprese non possono essere coperti con delle forme di incentivo. Noi chiediamo che questa situazione di carattere emergenziale non finisca con il periodo estivo. Ma che ci sia una vera presa di coscienza da parte dei politici per fare investimenti. Investimenti di fondamentale importanza, che diventano necessari se vogliamo andare a risolvere il problema e dare risposte in termini di prospettiva futura. Per esempio, con la realizzazione di nuovi bacini di accumulo, che ci mettono nella condizione di stoccare più acqua, passando dall’11% a 50%. Questo ci porterebbe a risolvere il problema. E questa cosa sta avvenendo già in altri Paesi.
Siccità, Ettore Prandini (Coldiretti) a Free.it | “Crisi di governo aggrava emergenza. Costi raddoppiati per i consumatori…”
Oggi a livello europeo siamo al terz’ultimo posto tra i 27 per investimenti sulle risorse idriche. Oltre al tema dei bacini di accumulo, un altro investimento fondamentale riguarda le reti di traporto dell’acqua. Perché in Italia abbiamo una perdita nelle condutture che oscilla tra il 40 e il 50%. Dipende dalle zone, ma le perdite non sono concentrate solo al sud, come qualcuno potrebbe pensare. Anche al nord abbiamo percentuali di spreco della risorsa idrica imbarazzanti”.
Questa situazione quanto impatta sui costi dei beni alimentari?
“Il rischio è di avere un impatto considerevole. Anche perché la situazione legata alla siccità riguarda non solo l’Italia. Solo che gli altri Paesi stanno facendo investimenti ingenti per far fronte nei prossimi anni a una risposta di carattere strutturale. Da questo punto di vista l’Italia è assolutamente ferma. E questo ci preoccupa. L’impatto sui consumatori sarà un aumento considerevoli sui generi agroalimentari. Non può che essere così, nel momento in cui diminuisce la capacità produttiva”.