Questa mattina l’Istat ha confermato che l’inflazione in Italia galoppa veloce. È convalidata, infatti, la stima preliminare di giugno che pota l’inflazione +8,0%. Un dato che non si raggiungeva nel nostro Paese da 36 anni. L’inflazione sta facendo lievitare i prezzi di ogni cosa: dei beni alimentari, dei trasporti, dei servizi. E con la crisi di governo innescata ieri dal M5S le cose potrebbero peggiorare. A free.it Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Consumatori.
L’inflazione non arrivava a tali livelli dal 1986 e l’economia italiana sta soffrendo. E a complicare le cose ci si mette anche la crisi di governo. Ci sono una serie di appuntamenti importanti per aiutare gli italiani a superare il momento. Appuntamenti che ora, se il governo dovesse cadere, potrebbero slittare. Con un conseguente contraccolpo per i . In particolare, a fine mese il governo dovrebbe approvare il decreto tagliabollette e il decreto che proroga il taglio delle accise sui carburanti. Cosa potrebbe succede? E quanto pesa sui bilanci familiari l’inflazione? A free.it Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Consumatori.
Come sta influendo l’inflazione in Italia? In quali città si spende di più?
“Secondo i dati definitivi di giugno resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione sale su base annua dal +6,8% di maggio all”8%, confermando la stima preliminare. Noi abbiamo stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care c’è Bolzano. Dove l’inflazione annua, pari a +9,7%, la più alta d’Italia a parimerito con Palermo. Il dato si traduce in una spesa aggiuntiva annua equivalente in media a 2.578 euro. Al secondo posto c’è Milano, dove il rialzo dei prezzi del 9% determina un incremento di spesa pari a 2.443 euro per una famiglia media”.
Quali sono le altre città in cui l’inflazione picchia duro?
“Sul gradino più basso del podio Trento, dove il +9% genera una spesa supplementare pari a 2.355 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto Brescia, poi Bologna. In sesta posizione Verona con 2.188 euro, al 4° posto quanto a inflazione, poi Ravenna, Padova e Trieste. Chiude la top ten Modena +8,2%, pari a 1982 euro. La città più virtuosa è Campobasso, con un’inflazione del 6,5% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a “solo” 1.190 euro. La regione più risparmiosa è il Molise, +6,6%, pari a 1.208 euro, seguita da Puglia e Marche”.
Questi dati cosa ci dicono?
“Che l’Italia è nei guai! È un’emergenza nazionale. L’inflazione a +8% significa, per una coppia con due figli, una batosta complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2.658 euro su base annua, Per la casa 1.061 compreso acqua ed elettricità, 600 euro per i Trasporti, 692 per prodotti alimentari e bevande, 714 per il carrello della spesa.
Per una coppia con 1 figlio, la mazzata totale è pari a 2.469 euro, 999 per l’abitazione, 562 per i trasporti, 625 euro per cibo e bevande. In media per una famiglia il rialzo annuo è di 2.082 euro, 963 per l’abitazione, 396 per i trasporti, 508 euro per mangiare e bere. Ma il record spetta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una batosta pari a 2.978 euro, 827 solo per il cibo”.
Con la crisi di governo che si è aperta ieri le cose possono peggiorare?
“In assenza di un Governo in carica non può che aggravarsi ulteriormente. Il taglio delle accise dei carburanti, ad esempio, scade il 2 agosto. Il che vuol dire che dal 3 agosto la benzina arriverà, per il self-service, al record storico di 2 euro e 33 cent e il gasolio a 2 euro e 29 cent. Mentre per il servito si raggiungerà il primato di 2 euro e 46 cent per la benzina e 2 euro e 42 cent per il diesel. Con devastanti ripercussioni sui costi di trasporto e di distribuzione dei prodotti, soprattutto alimentari, che si infiammerebbero ulteriormente.
Entro il 30 settembre, poi, va fatto un nuovo intervento sulle bollette di luce e gas, altrimenti dal 1° ottobre scatterebbe nel quarto trimestre una stangata tale da mandare definitivamente sul lastrico le famiglie meno abbienti. Secondo i dati Istat di oggi, anche l’energia elettrica nel mercato libero è ormai esplosa con un rialzo rispetto a maggio del 7,6% e un incremento tendenziale dell’87,5%, che equivale per una famiglia media ad un rincaro annuo pari a 553 euro”.
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