Da ieri e fino al 21 luglio, il Nord Stream è chiuso per lavori di manutenzione ordinaria. Non è una cosa anomala, infatti, nello stesso periodo, ogni anno vengono fatti degli interventi al gasdotto. La differenza è che quest’anno c’è la guerra in Ucraina tutto l’Occidente è in rotta con la Russia. Il timore, dunque, è che tra dieci giorni, Mosca non riaprirà i rubinetti come al solito. Se così sarà, o se i rubinetti verranno aperti ma con frequenti interruzioni e riduzioni, per l’Europa sarà un problema. Al quotidiano online Free.it Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi.
Il gasdotto Nord Stream è chiuso per lavori. Ma il problema è che è da giorni, ormai, la tubatura lavora con a una capacità ridotta del 40%. E le percentuali di immagazzinamento di gas, che devono arrivare almeno all’80%, non verranno raggiunte.
Attualmente, secondo gli esperti, è immagazzinato solo il 61,63% di gas. E se anche il 21 luglio il Nord Stream riaprirà, se il flusso sarà ancora al 40% non si riuscirà a raggiungere nemmeno il 70% di scorte. Cosa succede allora? Qual è il piano della Ue? Al quotidiano online Free.it Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi.
Che cosa pensa di fare l’Ue per far fronte all’emergenza energetica?
“L’Ue ha messo in piedi il “REPowerEU per rispondere a questa crisi energetica che sta investendo il continente dal 24 febbraio in poi. Il piano, però, ha sia luci che ombre. Da un lato ci sono cose molto positive: la Commissione è stata molto chiara nel dire che le priorità sono rinnovabili ed efficienza energetica. E lo dice anche facendo, di fatto, aumentando i target del pacchetto che era già sul tavolo. Ha chiesto di osare di più e di essere ancora più ambiziosi.
Dobbiamo risparmiare energia ed essere più efficienti. Dall’altro lato, dobbiamo usare molto di più le rinnovabili. Per esempio, una cosa importante su cui mette l’accento è il dispiegamento anche di tecnologie come le pome di calore per decarbonizzare tutto il sistema europei del riscaldamento. Che oggi è ancora basato al 100% sulle fonti fossili. Soprattutto da noi in Italia”.
Quali sono gli aspetti negativi?
“Diciamo che ci sono segnali meno positivi sul fronte abbandono delle fonti fossili. Sì, è vero che la Commissione è ben consapevole che bisogna ridurre i consumi fossili. Però, di fatto lascia molto aperta la porta al proseguimento dello status quo.
Da un lato mette in campo una serie di misure: penso ad esempio a quella che prevede comprare il gas tutti insieme e non singolarmente come Paesi, che si fanno anche competizione tra di loro. È Una mossa importante. Ma dall’altro lato, praticamente ci sta dicendo sostituire il gas russo con altro gas da altre fonti. Non è questo che noi dobbiamo fare”.
Il piano del governo italiano prevede una serie di interventi, tra cui l’incremento dell’uso delle centrali a carbone.
“Beh sì, questo è un grosso contrasto che però sta perpetuando il governo italiano come la stessa Commissione europea. La quale sta dicendo ai vari Stati membri “decidete voi, fate come meglio credete”. E l’Italia non ci ha pensato due volte e introdurre anche l’ipotesi di far andare a pieno regime le centrali attuali.
È un errore colossale, così come è un errore colossale oggi affannarsi a costruire infrastrutture nuove per il gas. Penso ai rigassificatori a Piombino e in altri luoghi per permettere l’attracco di navi con il Gnl”.
Non è d’accordo sulle nuove infrastrutture?
“Io credo che queste decisioni non le stiamo prendendo in maniera lungimirante. In questo momento, a fronte di una emergenza, dobbiamo pensare soprattutto a metodi alternativi. E pensare anche a tutte le modalità per risparmiare energia. Bisogna innanzitutto fare efficienza energetica in Italia.
E ci sono misure in tal senso molto agili da mettere in campo per ridurre rapidamente gli sprechi. Senza andare a pensare subito alle ristrutturazioni che hanno tempi più lunghi. Si possono percorrere altre strade, ma evidentemente è più conveniente e facile mantenere lo status quo e portare avanti il modello fossile”.
Questo piano del governo ha avuto il benestare della commissione?
“È stato presentato tra ieri e l’altro ieri e non c’è stata alcuna valutazione ufficiale. Penso che ci sarà un incontro nei prossimi giorni. In ogni caso, la Commissione ha fornito il suo piano e per le questioni energetiche i governi europei sono autonomi. Cioè, non hanno bisogno del permesso. Come avviene, invece, per le questioni agricole. E anche in questo caso il piano italiano è stato bocciato”.
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