Dopo una giornata concitata, arriva in tarda sera la notizia. Twitter ha citato in giudizio Elon Musk, che ne doveva diventare il proprietario. Ecco come si è arrivati ad una conclusione così estrema, e di cosa viene accusato il proprietario di Tesla.
Dopo un lungo tira e molla durato mesi, venerdì scorso il patron di Tesla aveva dichiarato che avrebbe rescisso l’accordo sull’acquisizione di Twitter, perché a suo dire il social ha violato l’accordo non rispondendo alle richieste di informazioni relative agli account falsi o spam sulle piattaforme.
Dopo un fine settimana agitato e un lunedì di riunioni, arriva nella tarda serata di martedì la risposta del Social, e non è certo delle migliori. Dal “c’eravamo tanti amati” si è finiti a “un divorzio turbolento” almeno considerando le indiscrezioni che arrivano. Secondo i primi comunicati, Twitter Inc ha citato in giudizio Elon Musk per aver violato l’accordo da 44 miliardi di dollari per l’acquisto della piattaforma di social media, e ha chiesto a un tribunale del Delaware di ordinare alla persona più ricca del mondo, di completare la fusione alla quota concordata di 54,20 dollari.
“Dopo aver organizzato uno spettacolo pubblico per mettere in gioco Twitter, e dopo aver proposto e poi firmato un accordo di fusione favorevole al venditore, Musk apparentemente crede che lui, a differenza di ogni altra parte soggetta al diritto contrattuale del Delaware, sia libero di cambiare idea, spazzare via la società, interrompere le sue operazioni, distruggere il valore per gli azionisti e alla fine andarsene” si legge nella causa.
La risposta arriva dopo che venerdì scorso, nel depositare gli atti per la rinuncia all’acquisizione, gli avvocati di Musk avevano dichiarato:
“Twitter ha violato in modo sostanziale molteplici disposizioni dell’accordo di acquisizione” e che la società “sembra aver fatto dichiarazioni false e fuorvianti su cui il signor Musk si è basato quando ha stipulato l’accordo di fusione”. Il team legale del CEO di Tesla ha aggiunto che Twitter ha ingiustamente ignorato e rifiutato le richieste di dati su come l’azienda calcola quale percentuale dei suoi utenti sono bot. Twitter afferma che la cifra è inferiore al 5%, mentre Musk ha affermato che potrebbe essere molto più alta.
Dopo il deposito di Musk venerdì, il presidente di Twitter Bret Taylor ha affermato che la società di social media intende “perseguire un’azione legale per far rispettare l’accordo di fusione ed è fiducioso che prevarremo presso la Corte della Cancelleria del Delaware“. In una confutazione a Musk datata domenica e presentata lunedì alle autorità di regolamentazione, Twitter ha negato di aver violato qualsiasi obbligo del contratto di fusione. La battaglia a quanto pare è appena cominciata.
Per la marcia indietro Musk è stato attaccato anche da Donald Trump. La risposta del patron di Tesla non si è fatta attendere: l’ex presidente, ha detto, dovrebbe “appendere il cappello e navigare verso il tramonto“, ovvero fare un passo indietro dalla politica. E questo anche per la sua età avanzata: “E’ troppo anziano per essere un amministratore delegato” di qualsiasi società, “figuriamoci degli Stati Uniti“.
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