Con un tasso di mortalità che arriva all’80%, simile al virus Ebola, il Marburg è il nuovo rompicapo degli scienziati. Già due casi accertati e isolati, ma l’OMS avverte di possibili focolai già in atto.
Non solo Omicron, peste suina, aviaria e guerra, ora a preoccupare arriva un nuovo virus, il Marburg, simile al virus Ebola. Sono già stati accertati alcuni casi messi velocemente in isolamento ma preoccupa la rapida diffusione.
L’Oms è scesa in campo insieme ai virologi di tutto il mondo preoccupati per la recrudescenza di infezioni e virus. che fino a qualche anno fa erano dormienti in alcune zone remote del mondo. Ora dopo l’arrivo del Covid, sembra si sia scatenata una sorta di reazione a catena, “risvegliando” malattie altamente trasmissibili e con tassi di mortalità alti. Proprio secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il tasso di mortalità di quella chiamata “febbre da Marburg” si attesterebbe, a seconda del ceppo del virus e di come viene gestita l’emergenza, tra il 24% e l’88%.
Non poco sicuramente, anche perché per questo tipo di virus, non esistono vaccini o terapie antivirali approvate per il trattamento, ma solo cure di supporto come la reidratazione con fluidi orali o endovenosi. Praticamente poco o niente. “Sono in corso di valutazione una serie di possibili trattamenti, tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche“, spiega l’Oms, ma siamo ancora nella fase iniziale, mentre al contrario il virus sta procedendo spedito.
Le autorità del Ghana hanno confermato due casi sospetti positivi al virus di Marburg, che sarebbero i primi nel Paese e i secondi nell’Africa Occidentale, dopo che questi è stato identificato l’anno scorso in Guinea.
Il direttore generale del servizio sanitario ghanese, Patrick Kuma-Aboagye, ha detto che “si è sospettato della malattia, dopo l’identificazione di due persone che corrispondevano alla definizione di febbre emorragica acuta, in due luoghi distinti della regione di Ashanti. I risultati preliminari suggeriscono che l’infezione sia dovuta al virus di Marburg. I campioni sono stati inviati per la conferma all’Istituto Pasteur di Dakar, in Senegal, con l’aiuto dell’Oms“. Kuma Aboagye ha anche segnalato che un totale di 34 contatti dei pazienti, entrambi deceduti, “sono stati identificati e messi in quarantena. Sono sotto la supervisione della Direzione regionale di sanità di Ashanti“. Ha poi invitato la popolazione a recarsi dal medico se si accusano sintomi della malattia.
Il rappresentante dell’Oms nel Ghana, Francis Kasolo, ha detto che “le autorità sanitarie sono sul terreno, indagano sulla situazione e si preparano per rispondere ad un possibile focolaio. Stiamo lavorando da vicino per aumentare il rilevamento, il tracciamento dei contatti e siamo preparati per controllare la propagazione del virus”. Kasolo ha sottolineato che l’Oms sta dispiegando esperti per appoggiare le autorità ghanesi in questi sforzi.
Includono mal di testa, rigurgito di sangue e dolori muscolari. L’infezione si trasmette con il contatto con sangue infetto e altri fluidi o tessuti corporali. In Africa, si sono registrati focolai e casi sporadici in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sudafrica e Uganda, in aggiunta al caso rilevato nell’agosto del 2022 nella prefettura di Gueckedou, nel sud della Guinea. Si chiama virus di Marburg perché il primo focolaio conosciuto, con una trentina di persone colpite, si verificò in Germania Occidentale nel 1967, a Marburg e Francoforte, con altri due casi a Belgrado, in Jugoslavia. A provocarlo furono alcuni cercopitechi infetti, che vennero spediti a tre diversi laboratori in Europa.
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