Un nuovo sciopero nazionale dei Taxi, Roma e Milano. I conducenti delle auto bianche non lavoreranno per 48 ore: protestano contro il Ddl Concorrenza. La voce dei tassisti: “Fateci lavorare sereni, non siamo lobbisti”.
In particolare, i tassisti chiedono che venga eliminato l’art. 10 del Ddl secondo cui è previsto un “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web. E che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”.
A Milano, la protesta è meno partecipata di quella di Roma. È nella capitale che si svolge la manifestazione principale con le auto che stanno sfilando da piazza Repubblica lungo le vie del centro. Per arrivare poi alla concentrazione di piazza Venezia. Ma i tassisti, davanti la stazione centrale di Milano, sono presenti, con le auto parcheggiate in fila e il volantino di protesta ben in vista sul parabrezza. Nessuno vuole parlare, sono arrabbiati e preferiscono far commentare la situazione dai delegati sindacali che sono nella capitale. “Fuori i taxi dal Ddl concorrenza. No alla liberalizzazione selvaggia”, dice il manifestino realizzato per questa 48 ore di sciopero.
Tra i tassisti di Milano c’è anche Gianfranco Acquaviva, delegato della T.Asso Taxi Confartigianato. Ai microfoni di Free.it spiega così il motivo della protesta. “Anche a Milano siamo uniti in sciopero oggi. Perché sono mesi e mesi che chiediamo al governo di modificare il Ddl Concorrenza, ma non ci hanno ascoltato. L’articolo 10 ci pone dei grossi problemi quindi abbiamo chiesto di cancellarlo”, spiega Acquaviva. “Purtroppo, ancora una volta non hanno voluto venire incontro alle nostre richieste”, aggiunge.
“Sono più di 15 anni che la categoria dei tassisti è sempre bastonata, adesso siamo stanchi. Se di solito non ci ascoltano, stavolta ci sentiranno. Non faremo passare questo schifo sotto silenzio”, dice uno dei tassisti di Milano. La vita dei tassisti, dice, è difficile. Tante ore, guadagni minimi.
“A volte faccio un turno e non riesco nemmeno a coprire le spese“, spiega il giovane tassista. “Però poi devi garantire standard, pagare commissioni sempre più alte. Ti trovi spesso anche con passeggeri che creano problemi. Io, per esempio – spiega ancora – non lavoro più nei pressi di discoteche e locali. Mi ritrovavo sempre a dover gestire gente ubriaca che vomitava sui sedili, persone aggressive, donne che rischiavano di metterti nei guai“.
La sua auto è parcheggiata nella zona di stazionamento, a poca distanza dai bus per gli aeroporti, mentre c’è un andirivieni di turisti che cercano una macchina.
“Sorry, it’s strike today”, dicono i lavoratori. I turisti sono tutti stranieri e sbuffando per il caldo cercano di capire come arrivare alle loro mete. La protesta è stata confermata ieri sera, quando l’incontro al ministero con la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova non ha portato ad alcun risultato.
“L’articolo 10 non verrà cancellato, ma solo modificato nelle parti meno importanti per noi, è una presa in giro”, commenta uno dei tassisti in protesta. Da oggi fino alla mezzanotte di mercoledì 6 luglio la protesta andrà avanti in maniera quasi compatta. Hanno aderito quasi tutte le sigle tranne poche minori. In piazza Duca D’Aosta, infatti, qualcuno c’è che senza dare troppo nell’occhio carica i passeggeri a bordo. “Sì, vai vai…” urla un gruppo di tassisti contro il collega al volante. Sono furibondi e la tensione è forte.
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