“Chiuso per mancanza di personale. Ma se sei barista e vuoi lavorare chiama, così potremmo riaprire”. Lo si legge sul cartello affisso al Caffè Terzi, in piazza Aldrovandi a Bologna.
Da qualche tempo il chioschetto è chiuso perché non c’è nessuno che voglia accettare il lavoro. Il contratto è a tempo indeterminato, e, dicono i titolari, prevede uno stipendio netto di 1300/1400 euro al mese, per 6,40 ore al giorno, sei giorni a settimana, inclusi i fine settimana.
“Non si trova personale e siamo stati costretti a chiudere”, ha raccontato a Repubblica Bologna la proprietaria Elena Terzi “Abbiamo un ragazzo in infortunio, ci sono le ferie. Ma quello che fa più male è vedere tutto questo disinteresse nei confronti del lavoro. Le persone ci chiamano, prendono appuntamento, poi non si presentano al colloquio senza nemmeno avvisare con un messaggio“, ha spiegato al giornalista di Repubblica.
Il chioschetto è solo una succursale del caffè di via Oberdan, che la famiglia Terzi gestisce dal 2000, tranne qualche anno prima della pandemia. Quando aveva annesso alla caffetteria anche una torrefazione aveva dato in gestione l’attività. Ma dopo il Covid hanno ripreso tutto in mano e hanno pensato di aprire un chioschetto all’aperto, per il caffettino al volo, all’aperto. Una scelta dettata anche dalla situazione sanitaria.
Il chiosco è aperto dalle 8 alle 18. “Non facciamo un lavoro basato sui numeri, ma sulla qualità. Un barista formato al titolare costa circa 30- 40mila euro all’anno, che per il dipendente significano circa 1300-1400 euro netti”, ha raccontato ancora Elena Terzi al giornalista di Repubblica Bologna.
“Chi ha il reddito di cittadinanza o la disoccupazione dice che preferisce tenersi quelli”, spiega la titolare. “Abbiamo avuto anche persone che abbiamo assunto, poi al termine del periodo di prova ci hanno chiesto di non essere confermate per poter avere la disoccupazione. Forse è il Covid che ha abituato la gente ad accontentarsi, a ricevere sussidi”.
La famiglia Terzi è proprietaria anche di un altro bar a Vignola, nel modenese, dove hanno una tostatrice di caffè. “In tutto abbiamo dieci dipendenti, tirocinanti inclusi. Ma dovendo scegliere abbiamo preferito usarli per tenere aperto il caffè di via Oberdan, a Bologna, e chiudere il chiosco di piazza Aldrovandi”, ha concluso Elena Terzi.
Immagina di aver finalmente sistemato tutto, di aver raggiunto la sicurezza finanziaria per te e…
Ti sei mai chiesto come le tue scelte alimentari possano influenzare il pianeta? Ogni volta…
RC Auto, il trucco per avere una polizza a prezzi stracciati: d'ora in poi non…
Quando arriva il freddo in Italia? In attesa che arrivi (per rimanere) prepariamoci mentalmente e…
WhatsApp è l'app di messaggistica di gran lunga più usata al mondo ma alcune funzioni…
Tutti pazzi per gli oggetti Ikea, ma questo che costa soltanto un euro è il…