Melilla, Elena Malena (Caminando Fronteras) a Free.it | “Errori dell’autorità spagnola e marocchina: è stato un massacro. Abbiamo chiesto…”

A Nador, a pochi passi dall’enclave spagnola di Melilla, si contano ancora i morti dopo quanto accaduto venerdì. Circa 2mila migranti hanno cercato di attraversare il muro che separa il Marocco dal territorio spagnolo e si sono avvicinati tutti insieme alla barriera. La polizia avrebbe sparato, lanciato sassi, usato manganelli e in pochi attimi è stato il caos. Secondo le organizzazioni umanitarie, i morti sono almeno 37, i feriti molti di più. In 130 pare siano riusciti a passare, ma ben presto saranno respinti dalla polizia spagnola. Elena Malena è una delle referenti della Ong spagnola Caminando Fronteras.

Quel che è accaduto venerdì 24 giugno alla frontiera di Melilla non si vedeva da molti anni. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha accusato le mafie marocchine. Ha detto che è stato un assalto organizzato. Sicuramente in Marocco la pressione migratoria sta salendo e le politiche del regno non riescono a gestire la situazione. Cosa sta accadendo? A Free.it Elena Malena è una delle referenti della Ong spagnola Caminando Fronteras.

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Melilla, Elena Malena (Caminando Fronteras) a Free.it | “Non accadeva da anni, è stato un massacro. Ora quei corpi…” (Foto di AMDH NADOR)

Cos’è successo venerdì alla barriera di Melilla?

“E’ stato un giorno nero, erano anni che non succedeva una cosa del genere. Purtroppo, dobbiamo ammettere tutti che sia le autorità marocchine sia le autorità spagnole hanno gestito malissimo la situazione. Le informazioni sono state contrastanti fin dalle prime ore del mattino, quando i primi migranti si sono avvicinati al muro per cercare di entrare a Melilla. La polizia marocchina è stata reticente dall’inizio a dire cosa stava accadendo e non ha saputo organizzare. Da quanto abbiamo ricostruito, anche grazie ai video dei migranti, all’inizio non era una marea umana ad avvicinarsi ma è stato il caos”.

Di chi è la responsabilità?

“Anche le autorità spagnole hanno commesso molti errori in questa situazione. Il risultato è un massacro come non se ne vedevano da tempo. Ci sono almeno 37 morti, ma anche questo non è un dato verificabile al 100%. Perché  nessuno ha potuto avvicinarsi. Durante la giornata le autorità hanno fermato tantissimi giornalisti, sia sul versante marocchino sia sul lato spagnolo. Due giornalisti spagnoli sono stati arrestati per qualche ora, perché stava facendo un video dell’accaduto”.

Il premier spagnolo Sanchez ha dato la colpa alle mafie marocchine, cosa ne pensa?

“Sicuramente i trafficanti di uomini hanno un ruolo fondamentale in questa situazione. E sono abbastanza sicura che l’assalto sia stato in qualche modo fomentato. Ma il problema è a monte. Questi migranti sono vittime di violenze, soprusi, tratta. La disperazione è tanta e basta una miccia, in queste situazioni, a far scatenare l’inferno. Quel che è accaduto venerdì si poteva evitare”.

Che succede ora?

“Dopo quanto accaduto, 45 organizzazioni internazionali hanno firmato una dichiarazione che condanna la gestione della situazione. Abbiamo chiesto che venga aperta una indagine per capire esattamente cosa è successo e di chi è la responsabilità.

Melilla, Elena Malena (Caminando Fronteras) a Free.it | “Non accadeva da anni, è stato un massacro. Ora quei corpi…”

Non perché vogliamo puntare il dito verso il Marocco o la Spagna, ma perché è necessario risalire la catena degli eventi. Non è solo una questione migratoria, è una questione geo-plitica ed economica. Con i soldi dell’Unione europea vengono finanziate polizie e si ottengono quasi 40 cadaveri”.

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Melilla, Elena Malena (Caminando Fronteras) a Free.it | “Non accadeva da anni, è stato un massacro. Ora quei corpi…” (Foto di AMDH NADOR)

Cosa ne sarà di questi morti?

“Fino a ieri nessuno ha potuto avvicinarsi al cimitero di Nador. Abbiamo visto che stanno scavando delle fosse per buttarci dentro i cadaveri. E di per sé è un abominio, perché questi esseri umani non saranno identificati, non si capirà come sono morti. Spariranno nel nulla, come non fossero mai esistiti se non per le famiglie che, probabilmente, li cercheranno per tutta la vita”.

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