Non si fermano le proteste in tutti gli Stati americani, contro la scelta della Corte Suprema che ha revocato il diritto all’interruzione di gravidanza. A Phoenix si tenta l’assalto al Senato
Si infuoca l’America contro la decisione della Corte Suprema che ha revocato il diritto all’interruzione di gravidanza, in vigore da quasi 50 anni.
In quasi tutti gli Stati centinaia di manifestanti, per lo più donne, sono scese in strada brandendo cartelli di protesta, e non sono mancati atti estremi che preoccupano particolarmente. Soprattutto a Phoenix, si è avuto la sensazione di rivivere il tremendo assalto al Congresso di Washington del 6 gennaio. La polizia ha disperso con i lacrimogeni migliaia di manifestanti pro-aborto che si erano radunati venerdì notte davanti al palazzo del Congresso dell’Arizona.
Secondo alcuni media locali, alcune persone hanno tentato di rompere le finestre del palazzo del Senato ed entrare, anche se i soldati sono riusciti a disperderli con i lacrimogeni. È diventato virale un video girato dalla senatrice repubblicana Michelle Ugenti-Rita che ha mostrato gli incidenti dentro il palazzo del Senato, con i soldati in assetto di guerra a proteggere l’edificio. Scene che ricordano, anche se in tono minore, l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Ma l’unica certezza è che queste non si fermeranno.
Sono però le parole del presidente Biden, a cui si è unito ieri anche l’ex presidente Obama che mostrano un’America ormai totalmente divisa tra repubblicani e domocratici.
“Penso che la Corte Suprema abbia preso decisioni tremende” ha ribadito anche oggi Joe Biden. “Ieri ho parlato della scioccante decisione della Corte Suprema di abolire Roe versus Wade, anche a casa nostra“, ha detto il presidente americano. “Mia moglie Jill e io sappiamo quanto questa decisione sia dolorosa e devastante per tanti americani. La mia amministrazione si concentrerà su come la gestiranno, e se violeranno altre leggi, come non permettere di viaggiare in altri stati per accedere ai servizi della sanità. Intraprenderemo azioni per proteggere i diritti delle donne e la salute riproduttiva“, ha concluso Biden, citato dalla Cnn.
Come dicevamo non solo Phoenix. A Washington un attivista pro aborto, Guido Reichstadter, si è arrampicato sul Frederick Douglass Memorial Bridge, e ha postato video e foto sui social dalla sommità del ponte, dopo aver disteso un grande striscione verde. “Sono salito qui sopra – ha detto in una diretta social – perché la Corte Suprema ha lanciato un attacco vigliacco e anticostituzionale ai diritti delle donne in questo Paese”. Nuove proteste sono previste per il weekend in tutti gli Stati Uniti, in piccole e grandi città dal New Jersey, New York, e Pennsylvania fino al Wisconsin, l’Illinois, Texas, New Mexico e California.
Nelle ore successive alla sentenza della Corte Suprema Usa, sono già sette gli Stati che hanno subito vietato l’aborto. Secondo quanto riporta la Bbc, il divieto è scattato subito in Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri e Arkansas. In altri quattro Stati, Alabama, West Virginia, Wisconsin e Arizona, sono state chiuse le cliniche dove si effettuano interruzioni di gravidanza, in virtù di vecchie leggi che ora sono tornate automaticamente in vigore.
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