È una storia che parte da lontano quella del contenzioso tra l’allenatore Max Allegri e l’ex compagna Claudia Ughi, da cui dieci anni fa è nato un bambino. Ora la vicenda è diventata una indagine condotta dalla Guardia di Finanza.
Tredici anni è durata la storia d’amore tra l’allenatore Massimiliano Allegri e l’ex compagna Claudia Ughi, e se fino ad ora su di loro si era saputo poco, da circa un anno se ne sta invece parlando molto.
Questo perché l’allenatore bianconero aveva citato in giudizio l’ex compagna per ridurre l’assegno di mantenimento del figlio da 10 mila, a 5 mila euro al mese, dopo la fine dell’incarico da allenatore della Juventus nel 2019. La richiesta fu respinta, ma il caso si è comunque gonfiato. Nel 2021 Allegri aveva infatti querelato la Ughi, per appropriazione indebita e per violazione degli obblighi di assistenza familiare, sostenendo che la donna avesse impiegato per altri usi la cifra che doveva essere destinata al figlio.
A seguito di questo è nata un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal pm Torino Davide Pretti che avrebbe scoperto che sui 600 mila euri percepiti dalla donna in questi anni, ce ne sarebbero 200 mila di spese indebite. Per questo motivo è stato chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare inizierà il 5 luglio. Facendo un passo indietro in questa intricata storia, tutto sarebbe partito nel 2017 al momento della separazione tra i due.
Dopo la separazione era stato stabilito che Allegri doveva versare ogni mese diecimila euro a favore del figlio, che continuava a vivere con la mamma e l’altra figlia di lei, nata da una precedente relazione, oltre a varie altre spese.
Dopo il divorzio dalla Juventus nel 2019, l’allenatore aveva chiesto di dimezzare il contributo fisso per il bambino. Una domanda che è stata respinta per due volte, sia dal tribunale che dalla corte d’appello, anche perché nel frattempo aveva ritrovato posto sulla panchina della Juventus.
Ma proprio in questo frangente, analizzando i conti si era scoperta una presunta distrazione nei versamenti, che non sarebbero stati utilizzati dalla donna solo per le necessità del figlio, ma anche per fare investimenti personali e per pagare l’università alla figlia all’estero. Da qui la decisione dell’allenatore, assistito dall’avvocato Pietro Nacci, di avviare un procedimento penale come parte offesa.
L’avvocato Davide Steccanella del foro di Milano, legale dell’ex compagna, ha sempre respinto qualunque accusa. In particolare ha rivendicato il fatto che il denaro sarebbe servito per acquistare una casa a Livorno (dove entrambi sono cresciuti e si sono conosciuti), in cui il bambino passa le estati e i periodi di vacanza.
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