Roman Abramovich, prosegue la fuga dalle sanzioni europee: spostati nuovamente i due mega yacht. Ma dell’oligarca russo ancora nessuna traccia.
Una vera e propria ‘Odissea’. Nel Mar Mediterraneo, tre mesi a zig zag, da un porto all’altro, evitando percorsi che avrebbero comportato l’applicazione di misure imposte dall’Occidente nei confronti di Mosca e degli oligarchi russi.
Roman Abramovich è stato costretto a muovere ancora una volta i suoi due mega yacht. Parliamo di “Eclipse” e “My Solaris”, entrambi registrati alle Maldive. Il primo, valore 1 miliardo di dollari, è rimasto nei primi mesi del conflitto in Ucraina ancorato a Mugla, in provincia di Marmaris (Turchia). Attorno al secondo, valore 780 milioni di dollari, si è scatenato un vespaio di polemiche, in quanto ancorato per diverso tempo nel ‘Cruise Port’ di Bodrum, nota località marittima turca. Dettaglio non da poco poiché il ‘Cruise Port’ è quotato sul mercato azionario londinese. La notizia è subito rimbalzata sui media inglesi, spingendo alcuni avvocati a ipotizzare una violazione delle sanzioni imposte dalla Gran Bretagna. Per questo motivo il magnate russo ha deciso di spostare un’altra volta i due yacht. Lasciati i porti nei quali si trovavano da marzo, le due imbarcazioni hanno fatto rotta verso Gocek, rimanendo ancorate al largo.
Roman Abramovich, le sanzioni occidentali e le richieste di Zelensky: il ruolo dell’oligarca nei negoziati
Spostati gli yacht, evitate le sanzioni. Per ora. Secondo quanto riportato dai media turchi c’è il rischio che la situazione si ripeta nei prossimi mesi quando, con l’arrivo dell’autunno, il magnate russo potrebbe vedersi costretto a muovere le due imbarcazioni per l’ennesima volta.
Sicuramente la decisione del Governo di Ankara di non applicare sanzioni economiche nei confronti di Mosca e lasciare aperto lo spazio aereo ha reso la Turchia una delle pochissime mete a disposizione dei russi che hanno deciso di lasciare il Paese.
Ma va detto che l’ex patron del Chelsea ha trovato in questa faccenda un’alleato insospettabile. Si tratta di Volodymyr Zelensky. Proprio la vicinanza del magnate russo a Vladimir Putin hanno spinto il Presidente ucraino a chiedere alla Casa Bianca di bloccare le sanzioni nei confronti dell’oligarca, convinto che si tratti di un personaggio particolarmente influente dalle parti di Mosca, e per questo in grado di mediare con il Cremlino. Difatti lo scorso 29 marzo a Istanbul c’era anche Abramovich, per portare avanti i colloqui di pace precedentemente iniziati in Bielorussia, senza tuttavia trovare un accordo per un cessate il fuoco.