Dalla situazione attuale del caro benzina sono emerse pratiche speculative e frodi da parte dei distributori sulla violazione dei prezzi al pubblico. È quanto emerso dagli accertamenti portati avanti dalla Guardia di Finanza su 1.320 gestori
Il caro benzina è di per sé uno scenario difficile per gli automobilisti che si trovano ad arrancare con il prezzo del carburante salito a 2 euro al litro. Da questa situazione già complicata la Guardia di Finanza ha scoperto centinaia di illeciti praticati dai gestori.
Numerose violazioni, in particolare relativamente al mancato rispetto dell’obbligo di ogni gestore di comunicare i prezzi dei carburanti praticati al ministero dello Sviluppo Economico. Nella frode dei gestori c’è anche la mancata esposizione dei prezzi al pubblico.
Nelle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza per valutare eventuali frodi sul caro benzina, sono emerse nei primi cinque mesi dell’anno, 690 violazioni su 1.320 interventi svolti dalle fiamme gialle sui distributori di benzina.
In sostanza, un distributore ogni due (52,3%) pratica un illecito. Se si considera che questo è solo il primo bilancio del piano di azione straordinario che il Governo ha messo in campo dall’inizio dell’anno per fronteggiare il caro benzina appare assurdo.
Nel mirino della Guardia di Finanza soprattutto i rigonfiamenti dei prezzi del carburante a danno degli automobilisti. Ma non solo, scoperti negli illeciti anche frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici che vanno a danneggiare gli operatori onesti.
Dalle verifiche effettuate dalla Gdf è emerso che la quantità di prodotti energetici oggetto di frode ha superato le 177.000 tonnellate, con oltre 630 tonnellate di carburanti sequestrati.
Mentre, per ciò che riguarda i controlli fiscali, i finanzieri hanno evidenziato un’evasione delle imposte su 850 controlli effettuati per un totale di 230 milioni di euro. I controlli delle fiamme gialle ha portato nell’ultimo anno e mezzo a mettere sotto analisi ben oltre 1.500 soggetti tra società ed entità giuridiche ritenute sospette.
Ma gli illeciti sul prezzo della benzina non avvengono solo in Italia. Proprio ieri l’authority britannica ha dichiarato l’avvio per oggi di un’indagine sull’impennata record dei costi della benzina alla pompa registrata nel Regno Unito. L’authority ha fatto sapere di voler verificare eventuali distorsioni o strumentalizzazioni da parte di profittatori.
La scelta di avviare l’indagine lampo in Inghilterra proviene da un’iniziativa del Kwasi Kwarteng, ministro della Attività Produttive nel governo di Boris Johnson, il quale ha evidenziato come la gente sia, giustamente, frustrata di fronte all’aumento improvviso del prezzo medio della benzina e del gasolio.
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