Ieri la Russia ha tagliato del 15% le forniture di gas all’Italia. La comunicazione ufficiale è arrivata dalla società russa Gazprom. Secondo il portavoce della Commissione europea Tim McPhie, il taglio all’Italia non è stato motivato. Ma anche la Germania, poche ore dopo, si è vista tagliare le forniture. La capacità del gasdotto Nord Stream, infatti è ridotta un ulteriore 33%. L’Ue ha detto che per ora non ci sono problemi, ma a lungo andare le cose potrebbero non essere così facili. Ne è convinto Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
Oggi riunisce il Gas Coordination Group, il gruppo di lavoro che si occupa della sicurezza degli approvvigionamenti di gas. E discuterà proprio dei tagli alle forniture decise dalla Russa. Si tratta, evidentemente, di una ritorsione di Mosca alle sanzioni imposte dall’Europa dopo l’invasione dell’Ucraina. Ma la mossa di Putin potrebbe esacerbare gli animi ulteriormente. Ma intanto, quali sono le conseguenze del taglio per l’Italia? A Free.it Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
Quali sono gli effetti immediati e a medio termine di questo taglio del gas?
“La prima conseguenza è che il costo delle bollette salirà invece di scendere come speravo, come speravamo tutti. E poi ci potrebbe essere un ulteriore rischio. Già adesso il sistema gas lavora per l’inverno. In inverno i consumi di gas sono quattro volte l’estate. Dunque, è in questi mesi che si fanno le scorte, come fossimo formiche e non delle cicale. Il problema è che le scorte stanno aumentando molto lentamente rispetto alla gravità della situazione. Già sarebbero basse se fossimo in condizioni normali. Lo sono ancora di più ovviamente con questa situazione”.
Quindi le due conseguenze principali saranno aumento dei costi per l’energia e razionamento per l’inverno?
“L’aumento delle bollette è sicuro e già lo vedremo dal 1 luglio. La conseguenza più lontana ancora non certa è, appunto, il razionamento dell’energia”.
Ma cosa vuol dire, concretamente, razionamento?
“Molto banale. Verrà tagliata la fornitura alle centrali elettriche che, però, a loro volta dovranno tagliare le forniture di elettricità. E poi tagliare le vendite di energia alle fabbriche e la gente dovrà stare a casa. E poi dopo sperare di averne abbastanza per il riscaldamento”.
Potrebbero, per esempio, essere consentite meno ore di riscaldamento domestico?
“Sì, ma questo è il minimo. Risolverebbe il problema solo per 1 o due miliardi di metri cubi di gas. Per quantificare, noi l’anno scorso dalla Russia abbiamo preso 29 miliardi di metri cubi. Con due miliardi di risparmio non facciamo moltissimo.
Forniture gas, Davide Tabarelli (Nomisma) a Free.it “Conseguenze serie per taglio forniture, prima le bollette poi le scorte. Vuol dire che…
È sempre qualcosa, certamente, ma non sarà la principale soluzione. Il problema è quando mancheranno dei volumi ben più importanti. Temo che le conseguenze potrebbero essere ben più gravi che stare in casa con qualche grado in meno”.
Il taglio è una ritorsione della Russia alle sanzioni, cosa ne pensa?
“Penso che sia una conseguenza che dovevamo aspettarci. Non possiamo pensare di fare l’embargo sul petrolio e sul carbone senza che la Russia poi reagisca in qualche modo. Purtroppo, fa parte del gioco delle parti, in questo momento. Speriamo che intanto venga trovato un accordo e che i tagli non avvengano in novembre o dicembre”.