L’8 di gennaio, mentre cercava di schivare le pallottole, aveva tirato fuori una pistola e sparato in a ria. Adesso Kappa K24, a processo per la sparatoria in piazza Monte Falterona, quartiere San Siro, dice che era “un’arma di scena”.
Ha sparato a salve o erano proiettili veri? E soprattutto la sera dell’8 gennaio in piazza Monte Flaterona, cuore del quadrilatero del quartiere popolare di San Siro, a sparare c’era qualcun altro?
Sono questi i dubbi che il rapper Kappa K24, – al secolo Abdel Karim Islam – ha instillato con le sue parole, nel corso dell’udienza davanti al gup Teresa Gueli. Il rapper, arrestato il 4 febbraio scorso, è accusato di “detenzione e porto sulla pubblica via di arma da sparo ed esplosione in aria” di più colpi” in “luogo pubblico affollato”. Ma, secondo quanto l’artista, difeso dall’avvocato Robert Ranieli, ha raccontato in aula davanti al gup Teresa Gueli, era solo “un’arma di scena ad aria compressa”, che utilizzava “nei suoi video musicali”.
Per il rapper il pm Stefano Civardi ha chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi. Mentre per Carlo Testa, 51 anni, pregiudicato per reati di droga e vicino ad alcuni esponenti della ‘ndangheta, il magistrato ha sollecitato una condanna a 10 anni per tentato omicidio. Testa, avrebbe cercato di mirare al rapper, ferendo invece in modo grave un passante egiziano di 26 anni, Abdelaziz Ossama El Merigi. Subito dopo era sparito ed era stato arrestato solo dopo alcune settimane di latitanza a Milano.
Oltre a Kappa K24 e a Testa, però, in piazza Falterona quella sera ci sarebbero state altre persone armate, ha raccontato in aula il rapper. Dalla pistola di uno loro sarebbe stato esploso uno dei due bossoli trovati a terra dagli investigatori. L’avvocato Ranieli ha chiesto la piena assoluzione per l’artista. Adesso toccherà al gup Gueli stabilire se questa ricostruzione sia o meno attendibile.
La sparatoria dell’8 gennaio è stata il culmine di una serie di scontri tra il gruppo dei rapper di San Siro e la crew rivale di piazza Prealpi. Tutto era iniziato con una serie di sfide e insulti sul web. Poi si era ingigantito, fino a diventare una vera e propria lotta per i contratti discografici migliori. Testa, che inizialmente era vicino al gruppo di San Siro, si sarebbe poi staccato e aggregato ai rivali. E avrebbe legato con Rondo De Sousa, nemico giurato di Kappa K24.
Kappa K24 in un’intercettazione ha indicato lui come il mandante del raid, anche se poi pubblicamente ha smentito l’accusa. Un primo punto fermo sulla vicenda arriverà in 4 luglio, quando il gup Gueli, dopo eventuali repliche, si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
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