Da ieri ad oggi molte cose sono cambiate e la scomparsa della piccola Elena Del Pozzo ora si è trasformata nel ritrovamento del cadavere. La madre della bimba, dopo aver indicato dove fosse il corpo, ora ha confessato. Il dolore dei nonni e i chiarimenti importanti della zia della bambina.
All’inizio la madre di Elena Del Pozzo aveva denunciato il suo rapimento da parte di tre uomini con il volto coperto. Ma la ricostruzione della donna, Martina Patti, non ha convinto gli inquirenti che hanno continuato con indagini sul ritrovamento della piccola di 5 anni sparita nel nulla lunedì mattina.
Ora, le indagini sembrano essere arrivate ad una svolta decisiva: la mamma di Elena ha indicato ai carabinieri dove fosse il corpo senza vita della figlia. Il procuratore di Catania dopo il ritrovamento del cadavere della piccola Elena ha dichiarato: “Stiamo raccogliendo le dichiarazioni confessorie della madre della bimba”.A far ritrovare il corpo senza vita della bambina di 5 anni è stata proprio la madre, Martina Patti, una donna poco più che ventenne, che ieri agli inquirenti aveva detto che la piccola era stata prelevata dalla macchina su cui era con lei da tre uomini con volto coperto.
I carabinieri del comando provinciale di Catania sono in questo momento sul posto del ritrovamento del corpo. Il campo di erba incolto adiacente l’abitazione della madre.Nel frattempo, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha dichiarato all’Agi che nella notte la madre è stata sottoposta a un lungo interrogatorio dove le sono state contestate diverse incongruenze. Così, dopo il serrato interrogatorio, stamani la donna ha dato indicazioni sul luogo del fatto. Intanto, la donna si è chiusa in un silenzio profondo. Ma è stata reinterrogata e ha confessato.
Morte Elena Del Pozzo, dopo il ritrovamento del corpo ora la confessione della madre
Il corpo della bimba è stato così rinvenuto in via Turati, a Mascalucia. Sul posto è arrivato anche il padre della piccola bambina deceduta. Alla vista del cadavere l’uomo è scoppiato in lacrime. Da sottolineare che, dopo alcuni dissidi familiari, la coppia viveva in due case separate.
Inoltre, nelle ultime ore sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. La ricostruzione fatta dalla madre è risultata molto dubbia e poco credibile dagli investigatori. Durante l’interrogatorio notturno la giovane donna avrebbe coinvolto nelle sue dichiarazioni anche il padre, i nonni e gli zii della bambina. Ma stando alle immagini rilevate dal circuito di sorveglianza, nessuna persona sarebbe stata catturata dalle telecamere. Questo ha fatto sì che la madre della piccola vacillasse sulla confessione. Il sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magra avrebbe riferito a LaPresse che la famiglia proveniva da un altro Comune e che solo da pochi anni si sarebbe trasferita a Mascalucia.
Nonostante la donna sia ancora sotto interrogatorio, cominciano però a trapelare alcune indiscrezioni su come si sono svolti i fatti. La piccola Elena sarebbe stata uccisa dalla madre nella sua abitazione a Mascalucia, che avrebbe poi portato e nascosto il corpo in un vicino terreno di campagna abbandonato, cercando di coprire il cadavere con della terra e cenere lavica. Il delitto sarebbe commesso dopo che la donna aveva preso la bambina all’asilo, mentre era sola in casa.
Il dolore dei nonni:”La picchiava e noi…”
“Elena era una bimba meravigliosa. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati, non avevamo ragione di non credere”. Lo afferma Rosaria Testa nonna paterna della piccola Elena. “Quando i genitori hanno litigato la bimba non voleva andare via da casa, un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani”, ha raccontato la donna nel luogo del ritrovamento, a due passi dalla abitazione della famiglia della bimba. “Quella mattina l’ho accompagnata a scuola e le ho detto ‘nessuno ti vuole bene più di me’. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto. La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina…”. ricorda ancora in lacrime.
Incredulo anche Giovanni del Pozzo, il nonno paterno “Non capiamo come sia stata possibile una cosa del genere, il rapimento era impensabile, chi poteva immaginare quanto avvenuto? Sembra tutto molto strano. La madre era un tipo molto chiuso. Adesso chi è stato a compiere un gesto del genere deve pagare così come altre persone, eventualmente, l’avessero aiutata“.
A chiarire ulteriormente la complicata vicenda è Martina Vanessa Del Pozzo, zia della bambina: “La mamma voleva incastrare mio fratello. Un anno lui fu accusato ingiustamente di una rapina ma fortunatamente fu scagionato completamente. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: ‘non fare lo sbirro, attento a quello che fai’. A questo biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena“, ha riferito ai giornalisti. “La madre disse che quelle persone incappucciate avevano fatto riferimento al biglietto dicendo ‘non ti è bastato il biglietto? Digli a tuo marito che questa è l’ultima cosa che fa o sua figlia la trova morta’”.
La versione della Procura di Catania
La Procura di Catania ha diffuso una nota per spiegare il possibile movente della morte della piccola Elena. La bimba potrebbe essere morta “per via di una forma di gelosia nei
confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente. Probabilmente non tollerava che alla donna vi si affezionasse anche la propria figlia“. A carico della 23enne Martina Patti pende l’accusa di omicidio premeditato pluriaggravato. La piccola avrebbe subito diversi colpi fra collo, orecchio e schiena, probabilmente inferte con un coltello da cucina.
Come sostengono i magistrati, inoltre, la bambina sarebbe morta con diversi colpi con un coltello da cucina. Successivamente il corpo sarebbe stato posizionato in alcuni sacchi neri e successivamente nascosto sottoterra. La Procura di Catania ha precisato che la donna avrebbe “portato a termine l’orrendo crimine in maniera solitaria“. Quindi la donna avrebbe premeditato l’omicidio della figlia. Questa di fatto è l’accusa contestata dalla
Procura di Catania a Martina Patti nel fermo per omicidio
volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere. La
contestazione si basa sulla ricostruzione della dinamica del
delitto da parte dei carabinieri. Alla donna, nella prima fase
dell’inchiesta, è stato anche contestato anche il reato di false
informazioni al pubblico ministero per avere mentito.
Al momento il corpo della piccola è a disposizione dell’autorità giudiziaria: ancora da stabilire quando svolgere l’autopsia. Il primo esame medico legale ha comunque accertato “molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare“.