Oltre 200 sono le persone segnalate alla Procura di Palermo dopo il caos ai seggi avvenuto nel capoluogo siciliano. Aperta inchiesta per accertare i fatti successi. Un atto gravissimo a poche ore dal voto
Non si sono presentati ai seggi elettorali creando il caos più totale a Palermo. Un fatto del genere ha portato i magistrati all’apertura di un’inchiesta per accertare la legittimità o meno delle rinunce agli incarichi di decine di presidenti e scrutatori, molte delle quali sarebbero arrivate a poche ore dal voto.
I reati ipotizzati sono almeno tre: interruzione di pubblico servizio, rifiuto di atti d’ufficio e violazione di una legge elettorale del 1960. Un atto gravissimo e una mancanza di rispetto assoluto per i cittadini e le Istituzioni.
Quel che è accaduto a poche ore dal voto a Palermo è un fatto gravissimo. Le parole del ministro degli Interni, Luciana Lamorgese riportate dall’Ansa sono dure: “E’ grave che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ritardando l’avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese. La Procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”.
Dopo le ultime settimane di polemiche sui casi di mafia e l’arresto di due candidati per scambio elettorale politico-mafioso oggi in Sicilia doveva essere una giornata di attesa per l’apertura delle urne e l’attesa per lo spoglio di domani.
Invece, ciò che è capitato è un caos senza precedenti storici. La Procura di Palermo intanto sta valutando le segnalazioni acquisite: i reati che potrebbero prospettarsi sono principalmente tre:
Il caos nasce dall’assenteismo di quasi un terzo dei presidenti designati nei 600 seggi per le elezioni amministrative. Ieri in apertura delle sezioni è emerso che 174 presidenti avevano rifiutato l’incarico, mentre in decine di sezioni le schede elettorali sono state consegnate con 4 ore di ritardo.
Per l’intera notte sia il Comune di Palermo che la Prefettura hanno fatto di tutto per evitare il peggio. Nei seggi rimasti vuoti, gli scrutatori sono rimasti in sede fino alle 2 della notte nella speranza che arrivasse un sostituto presidente. 64 nuovi presidenti sono stati trovati poco prima della mezzanotte, per gli altri la ricerca è andata oltre i termini di legge.
Così, all’apertura dei seggi stamani alle 7, molte sezioni risultavano privi di presidenti mandando in tilt tutto. Centinaia gli elettori che hanno trovato le porte chiuse e invitati a tornare più tardi. Ma il caos si poteva evitare considerando che già venerdì pomeriggio il Comune aveva chiesto aiuto agli Ordini degli avvocati e dei dottori commercialisti proprio per sostituire i rinunciatari ma ovviamente non è servito a molto.
Ora sarà compito degli investigatori accertare quante rinunce siano state comunicate e quanti tra questi abbiano dato comunicazione adeguata o meno.
A peggiorare la situazione sarebbe stato l’attacco hacker subito dal Comune di Palermo alcuni giorni prima che avrebbe mandato in confusione anche la ricezione della posta, anche quella certificata. Alcuni presidenti incaricati avrebbero informato della rinuncia per tempo, ma l’email non sarebbe arrivata al Comune.
Ma ormai il danno è compiuto con tanto di denunce fatte dai semplici elettori nei commissariati di polizia e nelle stazioni dei carabinieri. Così il Comune ha depositato un esposto in Procura contro i presidenti rinunciatari. Peggio di così non poteva andare.
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