Dopo la strage di Uvalde in Texas, dove persero la vita 19 bambini e due insegnanti, e altre sparatorie con vittime in giro per gli Stati Uniti, l’America è scesa in piazza per protestare contro il facile accesso alle armi da fuoco nel Paese.
Diverse manifestazioni in giro per gli Usa, con la principale che è andata in scena a Washington.
Le immagini e lo strazio dei familiari delle vittime di Uvalde, in Texas, sono ancora vivide nella mente degli americani che hanno dovuto digerire una nuova strage da armi da fuoco con vittime diversi bambini. Innocenti uccisi da un ragazzo di 18 anni, cosí come accadde 10 anni fa in un altra scuola, a Newtown. Allora a morire furono 26 persone. E oggi migliaia di persone, da New York a Washington, hanno manifestato per chiedere una riforma dopo la lunga scia di sangue degli ultimi mesi.
“Ora basta. Dovete agire“, è il messaggio inviato al Congresso dove le trattative proseguono, per ora senza risultati, alla ricerca di un compromesso.
Violenza da armi da fuoco, centinaia di migliaia in strada in tutti gli Stati Uniti per dire basta
A Washington 50.000 persone hanno invaso il Mall durante la manifestazione organizzata da March for Our Lives, il gruppo creato dopo la strage del 2018 al liceo di Parkland, in Florida, in cui persero la vita 14 studenti e tre adulti.
The second March for Our Lives on the National Mall, standing against gun violence four years since the original, with thousands in attendance under the Washington Monument. David Hogg speaking: "All Americans have a right to not be shot, a right to safety." pic.twitter.com/MHirplU49l
— Alejandro Alvarez 🫡 (@aletweetsnews) June 11, 2022
“Siamo stati degli ingenui a pensare che non sarebbe accaduto a noi. Ora basta. Ringraziamo tutti per le preghiere ma pregare è un’azione, ed proprio un’azione quella che chiediamo“, ha detto Garnell Whitfiel, il figlio di una delle vittime della strage al supermercato di Buffalo per mano di un suprematista bianco. A fargli eco il sindaco del District of Columbia Muriel Bowser. “Parlo come mamma e parlo per milioni di americani quando chiedo al Congresso di fare il suo lavoro che è proteggerci e proteggere i nostri bambini dalla violenza con le armi da fuoco“, ha aggiunto senza nascondere la sua frustrazione.
Sul palco allestito si sono alternati i genitori delle vittime degli studenti di Parkland, alcuni dei quali hanno invitato i giovani a boicottare le scuole fino a quando non saranno rese più sicure. “Se il governo non può fare nulla” di fronte ai 19 bimbi uccisi a Uvalde, Texas, allora “è il momento di cambiare il governo“, è l’appello lanciato da David Hogg, sopravvissuto alla strage di Parkland. “Mandiamoli a casa“, urla alla folla. “Dobbiamo essere la generazione che mette fine a tutto questo“, ha aggiunto. Yolanda King, la nipote di Martin Luther King, osserva come la battaglia sulle armi “non è politica, è morale“.
In migliaia sono scesi in piazza anche a New York. Ma è da tutte le città americane che si è alzato l’appello all’azione. La violenza con le armi da fuoco “deve e può finire“, ha affermato il sindaco di Louisville Greg Fisher. Ai manifestanti Joe Biden ha detto: “continuate a protestare“. Il presidente si è definito “moderatamente ottimista” sulle trattative in corso al Senato, dalle quali attende dei risultati concreti. “Il Congresso deve vietare le armi d’assalto, rafforzare i controlli e rimuovere l’immunità per i produttori di armi. Non possiamo deludere ancora una volta gli americani“, ha concluso Biden.