La guerra in Ucraina è ancora molto intensa, ma le tensioni maggiori si avvertono nelle zone del Donbass. Peggiora la situazione anche a Mariupol.
Sono circa 800 le persone presenti nella fabbrica chimica della città di Severodonetsk, luogo per la maggior parte occupata dalle truppe russe. La conquista di questo luogo sarebbe per Vladimir Putin un altro pezzo di puzzle fondamentale, senza tralasciare la città industriale di Donetsk.
Il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha dichiarato che molti edifici vengono abbattuti senza portare via le persone senza vita presenti ancora sotto le macerie. Il numero delle vittime in città va in ogni caso oltre i dati ufficiali: si segnalano migliaia di civili uccisi durante i bombardamenti incessanti.
A parlare di quanto sta accadendo sulla guerra in Ucraina, con particolare riferimento nel Donbass, ci ha pensato il presidente ucraino. Volodymyr Zelensky ha infatti tracciato un bilancio sulla situazione del conflitto. “I combattimenti molto feroci continuano nel Donbass. Ripeto questi nomi ogni giorno: Severodonetsk, Lysychansk, Bajmut, Sloviansk, molti, molti altri”, ha ricordato il capo politico di Kiev.
Anche il governatore dell’oblast di Lugansk, Sergei Haidai, ha confessato il peggioramento della situazione con l’esercito ucraino che, però, avrebbe distrutto una base del gruppo Wagner attualmente presente nella cittadina di Kadyivka. L’esercito ucraino si starebbe mobilitando per fermare l’offensiva armata degli occupanti, ribadendo la richiesta di nuove armi più potenti per affrontare la Russia.
Nel frattempo un cittadino della Corea del Sud è stato catturato dalle forze filo-russe presenti nel Donbass. L’uomo stava combattendo con l’esercito ucraino. Ad annunciarlo è l’agenzia Interfax che ha parlato di un uomo da processare nella repubblica popolare autoproclamata di Donetsk. Il cittadino sudcoreano rischia la pena di morte, così come inflitto a due cittadini britannici e un marocchino visto il coinvolgimento nell’esercito ucraino.
Proprio sulla questione del Donbass è intervenuto Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del comitato Atlantico Italiano. “Attualmente i russi stanno premendo nella sacca del Donbass, da tre parti e affermano di progredire, mentre dal’altra parte gli ucraini stanno lanciato allarmi per mancanza di munizioni e denunciano la morte di 200 soldati e 500 feriti al giorno. La città di Severodonetsk rischia di cadere. È da sottolineare che in quella sacca, dove i soldati russi premono anche da nord e da sud, ci sono dai 10 ai 15mila soldati ucraini, le forze migliori dell’esercito ucraino. Si rischia di rimanere circondati e di essere fatti prigionieri“, ha dichiarato Battisti all’Adnkronos.
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