Il doppio femminicidio a Vicenza avvenuto ieri è una strage annunciata via social da Zlatan Vasiljevic, il bosniaco assassino, con frasi di odio e vendetta indirizzate alle due vittime
Dalla ricostruzione dei fatti svolta dagli inquirenti ad essere uccisa per prima da Zlatan Vasiljevic con un colpo di pistola è stata la ex compagna Gabriela. Poi è stata la volta dell’ex moglie Lidia Miljkovic.
Infine, l’assassino ha rivolto quella stessa pistola su di sé e ha fatto fuoco, uccidendosi. Gli investigatori scavano nella vita dell’uomo che ieri a Vicenza ha commesso un duplice femminicidio-suicidio. Si cerca di capire anche quale sia stata l’esatta cronologia della dinamica delle tre morti.
Nella dinamica dei due femminicidi a perdere la vita è stata per prima la ex compagna di Vasiljevic, Gabirela Serrano. Mentre, la seconda vittima a perdere la vita con un colpo di pistola in testa è Lidia Miljkovic. L’arma usata è la stessa: una calibro 22 che poi, lo stesso Zlatan Vasiljevic usò poco dopo contro se stesso per suicidarsi.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’omicida Zlatan Vasiljevic ha sparato prima all’ex compagna Gabriela Serrano poi, con il cadavere della donna auto, si è diretto dalla ex moglie Lidia Miljkovic e ha ucciso anche lei.
Successivamente, si è tolto la vita. Il bosniaco e Gabriela si erano lasciati da alcuni mesi a causa della violenza dell’uomo sulla donna.
Il corpo della ex moglie Lidia è stato trovato riverso sull’asfalto vicino alla vettura con cui la donna era giunta sul posto, forse per un ultimo appuntamento con l’assassino.
Nelle prossime ore sarà effettuata probabilmente l‘autopsia sui tre corpi per capire l’esatta dinamica dei fatti.
In una nota, il procuratore di Vicenza Giorgio Bruno, ha spiegato che “le indagini dovranno appurare l’esatta cronologia dell’omicidio-suicidio: è possibile infatti che l’uomo abbia fatto fuoco contro la Serrano durante la fuga in macchina, prima di fermare e accostare la ‘Mazda’ sulla tangenziale di Vicenza per togliersi infine la vita.
Per proteggersi durante la fuga l’uomo ha anche fatto esplodere una granata. La bomba, lanciata verso la carreggiata dell’autostrada aveva danneggiato anche una vettura che transitava dal lato opposto della strada. Senza nessun danno collaterale per il conducente dell’auto.
Le frasi postate sulla sua pagina social sono un avvertimento di quello, che poi, sarebbe accaduto. Il serbo Zlatan Vasiljevic scriveva: “L’uomo non è fatto per le sconfitte. Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto”.
Oppure: “Spesso un uomo soffre per alcuni anni, si calma, sopporta le punizioni più crudeli, e poi si abbatte su piccole cose, su qualche sciocchezza, quasi per niente”.
Queste citazioni, dopo quanto accaduto ieri a Vicenza fanno luce su un uomo disturbato che già nel 2019 era stato arrestato per maltrattamenti e minacce verso la ex moglie.
Per i reati di maltrattamento in famiglia, il bosniaco 42enne aveva già da tre anni il divieto di avvicinamento alla ex moglie e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre, l’omicida in passato aveva anche seguito un corso di sostegno per uomini violenti presso una comunità di recupero di provincia di Vicenza.
Al termine di quel corso l’ex camionista bosniaco aveva anche conseguito un attestato di partecipazione. Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, quell’attestato gli aveva permesso poi di ottenere dei benefici rispetto alla pena scontata in carcere dopo l’arresto nel 2019.
Infine, una volta scontata la pena, all’uomo gli era stato revocato pure il divieto di avvicinamento. Poiché ritenuto ormai “una brava persona”.
Ma le vessazioni sono nuovamente iniziate e sono continuate fino a ieri, quando l’omicida ha ucciso la ex compagna e dopo la ex moglie.
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