Abusi sessuali su 6 giovani pazienti: accuse gravissime | Arrestato dirigente medico Ats Milano
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Paolo Verri
2 anni ago
A dicembre una ragazza ha denunciato il modus operandi scorretto di Marco D’Annunzio, il medico 43enne che ora è finito ai domiciliari per violenza sessuale aggravata su 6 giovani donne. Lui però aveva continuato. Potrebbero esserci altri casi: un numero di telefono per le segnalazioni.
La prima segnalazione anonima all’Ats è dell’agosto 2021. Si faceva riferimento a condotte inappropriate di Marco D’Annunzio, il “dirigente medico infettivologo” 43enne del “centro Crh-Mts di Ats Milano Città Metropolitana” di viale Jenner, specializzato in malattie a trasmissione sessuale. Ne era nata un’indagine interna, ma il medico aveva potuto continuare a svolgere la propria attività. E aveva anche continuato ad abusare delle pazienti.
Sono 6 le ragazze che si sono presentate in procura a Milano e hanno raccontato di visite ginecologiche ‘anomale’ effettuate dal medico. Ma le vittime potrebbero essere molte di più.
Le persone offese “trovandosi di fronte ad un medico in una struttura sanitaria” anche se capivano che il suo comportamento era “deontologicamente scorretto” sceglievano “meramente di soprassedere”. Le ragazze però non avevano fatto nulla per “esplicitare o far intendere, in nessun momento, il proprio consenso”, sottolinea il gip Giulio Fanales nell’ordinanza di custodia cautelare. “Questo tipo di violenza – chiarisce ancora il gip – si caratterizza per il suo aspetto subdolo“. La paziente “difficilmente riesce con celerità a distinguere nettamente ciò che rientra all’interno della pratica medico-sanitaria e ciò che, di contro, esula”.
Le pazienti avevano timore reverenziale del medico arrestato
Il medico incuteva “timore reverenziale” nelle pazienti che si rivolgevano al centro di viale Jenner. Durante le visite non solo aveva comportamenti inappropriati ma chiedeva alle pazienti dettagli sulla loro vita sessuale. In alcuni casi si era anche fatto dare il numero di telefono e le aveva assillate con messaggi a sfondo sessuale. Comportamenti che si sono ripetuti con diverse ragazze che di lui avevano un “timore reverenziale”.
Una delle vittime, in particolare, ha raccontato agli inquirenti di essersi “trovata rapidamente in una posizione di subdola sottomissione” rispetto al medico. Situazione “generata dalla posizione apicale ricoperta dal medico all’interno della struttura“di cui era dirigente medico. Circostanza che “ha certamente instaurato in lei una forma di timore reverenziale”. Timore che “ha reso ancora più difficile una qualsiasi forma di reazione alla violenza”.
“La spregiudicatezza dell’indagato è desumibile dall’assenza di qualunque tipo di scrupolo di essere scoperto – scrive ancora il gip – dal momento che i luoghi in cui si sono realizzati quasi la totalità dei fatti di reato sono proprio gli ambulatori” dove faceva le visite. “Ambienti facilmente accessibili dal resto del personale sanitario”. Il medico, però, ha visitato anche 2 ragazze anche fuori dalla struttura. Per questo, mettendolo ai domiciliari, il gip ha voluto evitare a D’Annunzio “qualsiasi contatto con ulteriori eventuali vittime, adescabili in qualunque circostanza della vita quotidiana”.
Possibile che ci siano altre vittime
Le giovani pazienti erano intimorite “dall’atteggiamento invadente e poco professionale del medico” che avevano anche “paura” a denunciare. Temevano “di non essere” credute e soggiogate “dal timore reverenziale derivante dalla figura professionale del D’Annunzio”. Peraltro, il medico inviava messaggi alle vittime dopo aver recuperato i numeri di telefono: gli inquirenti hanno trovato sul suo cellulare “numerose chat a contenuto erotico”.
I magistrati hanno quindi rivolto un invito alle altre eventuali vittime a farsi avanti “a denunciare, con le più assolute garanzie di riservatezza garantite dalla legge, rivolgendosi al numero telefonico 02.54332520 e contribuendo così alla repressione e alla prevenzione di queste gravissime condotte illecite”. Al momento, dopo il sequestro di materiale probatorio cartaceo e informatico avvenuto nel centro ospedaliero e a casa dell’indagato, il medico è stato sospeso in via disciplinare, in attesa degli esiti del procedimento penale a suo carico.