E’ tempo di tornare a parlare di pensioni. Lo chiedono a gran voce i sindacati che, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno chiaramente messo temporaneamente da parte le proprie istanze. Ma ora che il conflitto si avvia a essere lungo, non si può aspettare ancora. Anche perché a fine anno Quota 102 non varrà più e dal 1° gennaio 2023 tornerà in vigore la legge Fornero.
Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità di ammorbidire i termini della Fornero ammettendo la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni anche se il tema non è stato approfondito. E resterebbero, infatti, problemi di ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici. E su questo punto Mario Draghi era stato molto chiaro: i paletti non si toccano.
La proposta che è ancora sul tavolo è di abolire la soglia dell’assegno sociale per coloro che raggiungono 64 anni di età e 20 di contribuzione. Il governo aveva accettato anche di discutere a proposito dell’abbassamento del limite minimo di 2,8 volte la pensione sociale. Per poter andare in pensione anticipatamente.
Il problema è che andare in pensione a 64 anni con almeno 20 di contributi causerebbe una penalizzazione del 3% circa per ogni anno di anticipo. La quota pensionistica calerebbe tra il 10%e il 18%. Per i sindacati questo limite è troppo alto e il governo si è detto disposto ad abbassarlo. A patto che il sistema valga anche per i lavoratori a sistema pensionistico misto. Che poi sono la maggioranza. I sindacati vogliono che in Italia si vada in pensione a 62 anni,
I sindacati vorrebbero, adesso, negoziare l’uscita dal mercato del lavoro a partire dai 62 anni, proteggendo l’assegno pensionistico il più possibile. Oppure con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Ipotesi che si sposa perfettamente con la proposta che porta avanti la Lega.
Pensioni, torna la Fornero. La proposta della Lega e dell’Inps
Il partito di Salvini la chiama Quota 41, che prevede almeno 12 mesi di contributi versati, almeno 41 anni di contributi; appartenenza ad una delle 5 categorie tutelate, (disoccupati, invalidi, caregiver (assistenza a familiari disabili), lavori usuranti, lavori gravosi. Ma la proposta non è attuabile, perché costerebbe troppo, una cifra insostenibile per l’Inps.
Si potrebbe, invece, discutere della proposta avanzata dal presidente dell’Inps Tridico. Andare in pensione a 63 anni per i lavoratori appartenenti al sistema misto, che potrebbe ottenere una prestazione di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta, per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia, cioè 67 anni.