Contromossa di Vladimir Putin sulla crisi del grano in atto in Ucraina e che sta condizionando tutta Europa. ll presidente russo ha fatto una proposta che ha lasciato diversi leader perplessi.
Lo zar è tornato a parlare della crisi alimentare, drammatica appendice della guerra in Ucraina, inviando un messaggio all’Occidente con una soluzione a portata di mano, ma alle sue condizioni.
Decine di milioni di tonnellate di cereali sono ancora bloccate nei silos ucraini e il presidente russo Vladimir Putin ha proposto una soluzione per risolvere la crisi del grano. Una proposta però che se accettata darebbe al capo del Cremlino il controllo totale del traffico del grano.
Putin, che in giornata ha ricevuto il capo dell’Unione Africana, in rappresentanza dei Paesi che più stanno soffrendo la stretta su grano e fertilizzanti, ha fatto la sua proposta pubblicamente nel corso di una intervista.
Grano
Il presidente russo ha detto di essere pronto a offrire i porti occupati di Mariupol e Berdyansk per sbloccare l’export del grano ucraino.
Oltre ai porti ucraini ormai sotto il suo controllo, Putin sostiene che la via più semplice per portare fuori il grano sarebbe quella del passaggio dalla Bielorussia, ma a patto di togliere le sanzioni al suo principale alleato. “Non ci sono problemi” per esportare il grano dall’Ucraina, ha esordito Putin in un’intervista all’emittente Rosshyia 1, sostenendo che le notizie diffuse dagli occidentali secondo cui la Russia bloccherebbe i porti ucraini è un “bluff” per mascherare i loro errori politici.
Poi ha fatto la sua offerta: per far uscire il grano si potrebbero utilizzare i porti delle città occupate di Mariupol e Berdyansk, che i russi stanno “sminando, mettendoli in sicurezza“, al contrario di quello di Odessa, ancora in mani ucraine. Altre opzioni includono il fiume Danubio attraverso la Romania, l’Ungheria o la Polonia, ma “la soluzione più semplice ed economica“, ha spiegato Putin, sarebbe trasportare il grano attraverso la Bielorussia, perché sarebbe consegnato immediatamente ai porti degli Stati baltici e poi a qualsiasi destinazione”. La condizione, tuttavia, è la “revoca delle sanzioni a Minsk“, ha precisato. A tali condizioni, però, il traffico del grano resterebbe totalmente sotto il suo controllo.
Il nodo del grano sarà anche “in cima all’agenda” della visita in Turchia del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov l’8 giugno, ha fatto sapere il Cremlino, ma tra gli ucraini continua a prevalere la diffidenza. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha assicurato che “l’Ucraina è pronta a creare le condizioni necessarie perché riprendano le esportazioni dal porto di Odessa“, ma il timore è che la Russia “approfitti della rotta commerciale per attaccare la città“.