Guerra in Ucraina, giorno 99. I combattimenti si concentrano nel Donbass, dove i russi stanno avanzando compatti. L’Ucraina sta resistendo all’offensiva ma intanto dovrebbe arrivare nuova artiglieria pesante dall’Occidente. Putin non intende mollare e dall’altro lato Zelensky si affida ai partner europei. La stessa presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha ribadito che il posto di Kiev è in Europa. Alla luce dei fatti, che cosa si prospetta? Quali sono i rischi? Al quotidiano online Free.it Luciano Bozzo, professore di relazioni internazionali e studi strategici presso l’Università di Firenze.
Chi sta vincendo la guerra in Ucraina? E’ la domanda che molti in questi giorni si stanno facendo, alla luce di notizie che parlano di conquiste russe e di assalti ucraini. Arrivati quasi al centesimo giorno di guerra, la situazione sembra chiara ma la risposta alla domanda iniziale è ancora molto difficile da dare. Lo ha spiegato a Free.it Luciano Bozzo, professore di relazioni internazionali e studi strategici presso l’Università di Firenze.
Quale scenario si sta prefigurando in Ucraina in queste ultime ore?
“Il quadro della situazione ora è molto chiaro: i russi, dopo aver fallito la fase uno della dell’attacco all’Ucraina, conclusa alla fine di marzo, hanno concentrato gli sforzi sul Donbass. E’ evidentemente che mirano ad acquisire l’intero controllo dei due oblast di Donesk e Lugansk e continuano ad avanzare in maniera lenta ma costante. Anche perché usano la tattica della terra bruciata, cioè con il bombardamento pesante di artiglieria e razzi sgombrano il campo, distruggono e poi avanzano. È possibile che, continuando su questa strada, riescano ad acquisire il controllo pieno di quelle due province al quale controllo puntano. Si tratta di vedere se, fatto questo, ammesso che ci riescano, si accontenteranno”.
Sul lato ucraino, invece, come si stanno mettendo le cose?
“Dall’altro lato, gli ucraini hanno ripreso il controllo di quelle aree attorno a Kiev che erano state occupate dai russi nella prima parte del conflitto. Sono andati all’offensiva, hanno lottato e preso l’iniziativa nell’area di Kharkiv, riportando dei successi. Nella nord occidentale del fronte hanno registrato dei successi, ma sono sulla difensiva e arretrano nell’area del Donbass. E hanno definitivamente perso la città di Mariupol. Evidentemente, però, la situazione rimane problematica perché essendo i russi all’offensiva, continueranno a combattere fino al completo controllo delle due province. Il punto è che gli ucraini, essendo stati all’offensiva a nord, possono sperare di respingere i russi e addirittura di recuperare pezzi di territorio”.
C’è chi dice che stia vincendo la Russia, chi lo nega. Allo stato dei fatti, che risultato si può delineare?
“Non c’è una situazione netta, anche in questo momento specifico in cui parliamo, che prefiguri la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro. Anzi, la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro, chiunque sia l’uno e l’altro, in queste ore appare altamente problematica. Perché comunque gli ucraini continuano ad essere riforniti di armi dai Paesi della NATO. E la Russia ha impiegato soltanto una parte del proprio potenziale, che evidentemente ha un potenziale enorme, in questa guerra. C’è anche da dire, peraltro che i costi della guerra, sia in termini economici sia in termini di perdite umane sono assai ingenti, da un lato e dall’altro”.
Secondo lei ci sono i presupposti per un lungo conflitto?
“Da un lato si tratta di vedere quanto l’Ucraina riuscirà a resistere nella situazione in cui si trova, perché è un Paese che ha mobilitato tutte le proprie risorse in questo sforzo bellico. Dall’altra parte bisogna vedere quanto la Russia è disposta a pagare. Probabilmente un prezzo molto alto e lo sta già pagando pur di continuare la guerra. Quindi, mi pare che si prospetti comunque una guerra molto lunga. Nel senso che, anche se si addivenisse ad un cessate il fuoco, è improbabile, per usare un eufemismo, che gli ucraini possano accettare di vedere smembrato il Paese. O di perdere delle regioni pur di chiudere la partita.
Guerra Ucraina, analista Luciano Bozzo a Free.it | “L’unico obiettivo realistico per ora è…”
È altrettanto improbabile che i russi rinuncino a ciò che hanno già conquistato. Per questo credo che si determinerà una situazione di instabilità che, peraltro, esiste in quell’area dal 2014. La guerra, è bene ricordarlo, non è iniziata il 24 febbraio scorso ma 7 anni fa ed è proseguita in maniera non convenzionale. Non è stata una guerra tra truppe regolari, come sta avvenendo dal 24 febbraio, ma una guerra ibrida, fatta di azioni anche violente, attacchi di stabilizzazione, propaganda, fake news. Quindi, non mi pare che ci siano le condizioni che possano portarci a dire che, anche nel caso di un cessate il fuoco, arriveremmo a un vero e proprio trattato di pace”.
Quindi, secondo lei, chi in questi giorni sta spingendo per un negoziato, punti più a un cessate il fuoco duraturo che a un vero e proprio armistizio?
“In questo momento, l’unico obiettivo realistico di breve termine è di arrivare ad un cessate il fuoco, perché puntare a un accordo di pace inteso in senso proprio, mi sembra letteralmente impossibile. Ora come ora, però, è anche molto difficile giungere a un segno cessate il fuoco. E lo dimostrano i fatti. I russi sono all’offensiva e non intendono mollare. E gli ucraini non possono permettersi di allentare la pressione.
Tanto più che in questi giorni dovrebbe arrivare nuova artiglieria pesante dall’Occidente. Questo presume un proseguimento della guerra ancora per lungo tempo. A meno che non intervenga un fattore che fino adesso non è intervenuto. Cioè, che ci sia un improvviso crollo del fronte da parte russa o da parte ucraina. Ma non mi sembra che ci siano le condizioni, non mi sembra che questo stia avvenendo in nessuna delle parti in cui si combatte”.