Sono diversi i casi di discriminazione che molti italiani diretti nel Regno Unito hanno subito da compagnie aeree low cost prima di imbarcarsi. Obbligati a esibire doppi documenti. La spiegazione data da Ryanair: “I passaporti italiani sono spesso falsi”
Il video girato da una cittadina italiana e pubblicato da Repubblica, pronta a imbarcarsi per un volo low cost diretto in Inghilterra spiega bene cosa sta accadendo.
L’assistente di terra della compagnia aerea Ryanair ferma la donna al gate dell’aeroporto di Barcellona e le chiede: “mi faccia vedere un altro documento altrimenti il suo imbarco è a rischio. I passaporti italiani sono spesso falsi, e capita anche con quelli francesi, greci…”.
L’assistente non vuole sentire ragioni e ribadisce la sua richiesta, pena l’esclusione dal volo. La replica di Lara Parizotto, “vittima discriminata” dalla compagnia aerea, lavora a Londra da anni e le pare assurdo un tale comportamento.
La scena ripresa dal cellulare di una viaggiatrice italiana diretta nel Regno Unito appare assurda. Fermata al gate dell’aeroporto di Barcellona in procinto di imbarcarsi sul volo diretto a Londra l’assistente Ryanair chiede a Lara (l’autrice del video) di esibire un altro documento d’identità se no potrebbe rischiare di non partire.
Ma la donna è regolarmente residente a Edimburgo e questo le lascia tutto il diritto di entrare nel Regno Unito solo con il passaporto biometrico cui è associato il suo permesso di soggiorno britannico. Così come per lei, stesso diritto di imbarcarsi per il regno Unito ce l’hanno anche i turisti europei. Quindi, qual è la motivazione di questa discriminazione verso i viaggiatori italiani ed europei?
La rappresentante Ryanair spiega che molte volte i passaporti italiani sono falsi, stesso problema con quelli greci e francesi. Questo, porta le compagnie aeree a fare controlli a random.
Ma Lara non ci sta e replica: “Nessuna legge mi impone di mostrarle un secondo documento”. La risposta dell’assistente di terra è agghiacciante: “Signora, vuole viaggiare, o no?”.
Ma la discriminazione subita da Lara al gate non è un caso isolato. Stessa cosa è accaduta a una ragazza cittadina rumena ed europea residente nel Regno Unito da oltre dieci anni. A Repubblica racconta di aver ricevuto la stessa richiesta prima di imbarcarsi su un altro volo low cost con la compagnia aerea Easyjet. Ma in questo caso la donna è stata discriminata ancor di più quando l’assistente di terra le ha persino chiesto una prova fisica di essere residente regolare in Inghilterra.
Ma i casi sono molti e sempre più ravvicinati. Dunque, con quale diritto una compagnia aerea può negare l’imbarco a un cittadino italiano o europeo con tutti i documenti in regola verso il Regno Unito?
Molti sostengono che questa sia una conseguenza della Brexit ma il portavoce del ministero dell’Interno inglese spiega che, invece, è una faccenda che riguarda solo le compagnie aeree e non il governo. Un diplomatico europeo dice la sua sottolineando:
“Il problema è che le compagnie aeree hanno sempre più potere, e lo si è visto anche durante la pandemia, quando negavano l’imbarco a molti passeggeri. La ragione base è che le compagnie vengono multate se un passeggero viene respinto alla frontiera, come è accaduto in tempo di Covid. In quei casi devono anche rimpatriarlo a spese loro. Per tale motivo possono decidere di mettere un filtro preventivo all’imbarco che surclassa anche le leggi dei governi”.
Ma questo accanimento delle compagnie verso i passaporti dei cittadini italiani e di altri Paesi europei sa molto di discriminazione razziale.
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