Ha effettuato false visite mediche e attestato oltre 90 esami e screening oncologici inesistenti solo per fare carriera. Arrestata dirigente medico Asl
Voleva fare carriera a tutti i costi e questo ha portato una dirigente medico dell’Asl Roma 6 ad attestare falsi screening oncologici e più di 90 esami fasulli tra pap-test e cervice-uterina.
Una volta attestati gli esami falsi, il medico 64enne, Maria Concetta Tufi, inseriva i risultati nella piattaforma regionale Sipso – Sistema informativo dei programmi di screening oncologici – allo scopo di aumentare il volume della banca dati e migliorare le sue performance. Tutto ciò avveniva, ovviamente, all’oscuro dei pazienti.
Ieri mattina, la dirigente dell’Asl Roma 6, Maria Concetta Tufi, responsabile del servizio screening ospedaliero con sede a Marino, è stata arrestata dai carabinieri del Nas. L’ordinanza di arresto è stata disposta dal Tribunale di Velletri, su richiesta della Procura di Roma. Al momento sconterà la pena ai domiciliari.
Dopo lo scandalo sanitario, l’Asl Rm6 ha ribadito la sua più totale collaborazione alle indagini, precisando che “Il Dipartimento di prevenzione ha già provveduto ad effettuare un monitoraggio e una verifica sul sistema”. La donna, per fare carriera effettuava false visite mediche e test fasulli.
Il “giochetto” della dirigente è finito dopo alcune anomalie riscontrate all’ambulatorio dell’ospedale San Giovanni di Roma a cui l’Ass Rm6 inviava i pap-test per la seconda elaborazione.
Da qui è partita una segnalazione ai carabinieri del Nucleo per la tutela della salute. Secondo le indagini in corso, la dirigente prendeva a casaccio i nomi di ex pazienti dal centro-raccolta dell’azienda Rm6.
Così il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, ha predisposto ai carabinieri di indagare approfonditamente raccogliendo intercettazioni audio e video che la incastrerebbero.
L’attività investigativa è partita nel 2021 e i casi accertati al momento sono 90, anche se le forze dell’ordine sono sicuri che il numero sia destinato ad aumentare.
Le indagini non hanno riscontrato nessun eventuale vantaggio economico dalla falsificazione dei test a favore dell’imputata la quale, invece, otteneva benefici mostrando di perseguire risultati non reali. Sorvegliate anche le posizioni di alcuni stretti collaboratori del medico.
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